Il duo inglese ha raccolto in “Dark Matter” 21 tracce strepitose, proprio come giocatori d’azzardo esperti al tavolo di un 2020 povero di festival ma ricchissimo di produzioni interessanti; questo sarà l’album dance-house dell’anno, vincente nel tempo.

Il 30 ottobre i Camelphat hanno finalmente pubblicato “Dark Matter”, l’attesa dell’album condita da qualche preview sapientemente anticipata sui canali social è stata pienamente ripagata da un prodotto fatto di qualche hit di recente successo e da una maggioranza di nuove produzioni esplosive.
È stato necessario qualche giorno per metabolizzare l’entusiasmo e mettere giù nelle prossime righe un’opinione imparziale con lo stile di un simpatico pagellone dei 21 pezzi, definendo una parola chiave track by track.
Dal 2017 (anno in cui hanno avuto anche una nomination ai Grammy per “Cola”) Mike Di Scala e Dave Whelan si sono scollati l’etichetta di “best kept secret of house music” (segreto meglio custodito dell’house music) per prendersi il mainstream attraverso i live nei migliori club del mondo o le residency al Mambo e all’Ushuaia di Ibiza; la presenza costante sulla BBC RADIO1 fino all’ultimo Essential Mix di ben due ore live dal Printworks di Londra reso ancora più industriale dal vuoto di clubbers causa Covid.

Niente male per due amici appassionati di underground-house music e tecniche di produzione, che si incontrarono il 2004 alla 3 Beat, label di Liverpool dove Mike lavorava solo come addetto alla sicurezza! Aneddoto degno di nota sono le chiare origini napoletane di Mike Michael Pasquale Di Scala che con la famiglia ha aperto e gestisce tutt’oggi proprio nella città natale del Merseybeat una pizzeria e ristorante tipico campano.
Molti addetti ai lavori dimenticano che Dave Whelan è stato la voce della Juice FM e soprattutto che Mike era nel progetto Ultrabeat che nel 2003 portò nelle top chart < Pretty Green Eyes>. (fonte Luca Giampietruzzi)


Partiamo allora per questo crossover musicale nella “materia oscura” (Dark Matter) tra melodic-techno, groovy house, curve di tech house, deep house, rettilinei di elettronica e addirittura tappe indie, del resto la cover dell’album è la sequenza di istantanee di una eclissi lunare. Anche nel buio dell’underground resta un contorno variabile di melodie di luce.

Blackbirds (ft. Leo Stannard) = PUNGOLANTE, per la melodia e per il testo “You known from the get go You go where the wind blows” tradotto “Lo sapevi dall’inizio, Vai dove soffia il vento”;

Be Someone (ft. Jake Bugg) = OSARE, il timbro di voce di Jake Bugg a ritmare questa armonia progressive boicottando l’apparenza;

For a Feeling vs ARTBAT (ft. RHODES) = VINTAGE VIBES, a molti ricorda i riff tipici della prima trance anni 90, è solo l’ “effetto viaggio” delle produzioni in collaborazione con gli ARTBAT;

Inbetween the Lines = INTRO, melodia delicata di tastiere e violini, la traccia introduttiva che ogni set merita;

Hypercolour (ft. Yannis & Foals) = SUBDOLA si infila dall’udito alle sinapsi mentali e ti ritrovi a muoverti e ripetere in loop “Endless open wide road running through the sky Hypercolour blue and the summer in your mind” consigliato l’ascolto anche del remix potente degli ARTBAT;

Spektrum (ft. Ali Love) = TOP TEN assicurata, scommettiamo che sarà la prossima hit da classifica di questo album?

Dance With My Ghost (Ft. Elderbrook) = BALLA E BALLA, quel riecheggiare di percussioni da tribal house perfetto per danzare contro i fantasmi della noia, che la collaborazione con Elderbrook porti a bissare una ennesima nomination ai Grammy?

Easier (ft. Lowes) = GARANZIA, come i testi e la voce di FLORENCE WELCH (in veste di tutor dei Lowes) quando serve portare energia e classe ad una traccia da club;

Panic Room (ft. Au/Ra) = SUCCESSONE, restano pochi gli aggettivi da poter attribuire a questa produzione in heavy rotation da 2 anni;

Keep Movin’ (ft. Max Milner & Skream) = LUCE, ripensando alla copertina si direbbe che la successione dei brani parte da temi e sonorità più oscure per poi riprendere colore da metà tracklist con questa traccia quasi dance;

Wildfire (ft. Lowes) = RECIDIVI, riecco piano e voce di Florence Welch come un piacevole intermezzo;

Cola ft. (Elderbrook) – Edit = BOLLICINE, la traccia che dal 2017 ha ridato frizzantezza alla club music rimodulando i ritmi e le abitudini in produzione e selezione brani di tutti i dj producer in un edit epica perfetta da ascoltare come apertura o chiusura dei loro set.

Phantoms (ft. Cristoph) = MAIN STAGE ASPETTAMI, appena riprenderanno vita i live veri con i ravers presenti questa sarà la traccia infilata in ogni dj set;

Rabbit Hole (ft. Jem Cooke) = LA LA LA, persino un cantato allegro per condire con tutti gli ingredienti possibili la produzione;

Not Over Yet (ft. Noel Gallagher) = LA REGINA NEL MAZZO, Noel Gallagher (Oasis) uno dei “fratelli coltelli” più amati, discussi e cantati della storia trascendentale della musica internazionale ha prestato voce e parole alla traccia più attesa e bella dell’album;

Waiting (ft. Eli & Fur) =  INNAMORATO, Eli & Fur sono un duo di dj e producer di musica elettronica composto dalle bionde Eliza Noble e Jennifer Skillman, originarie di Londra, tra le tante componenti della macchia rosa che si sta allargando nella musica elettronica, ascoltare questo pezzo fa lo stesso effetto estasiante reso da una loro performance;

Carry Me Away (ft. Jem Cooke) = PIANO SYNCOPATO portami via, se ci esprimessimo con le faccine delle emoticon la reazione adeguata sarebbe un aereo – una faccina coi cuori e una con le stelle;

Reaction (ft. Maverick Sabre & DEL-30) = CLAP a portare il tempo e la testa già si muove su e giù a seguire la musica;

Witching Hour (ft. Will Easton) = PURA TECHNO, pochi fronzoli;

Expect Nothing = SPERIMENTAZIONE, ha tutta l’aria di essere qualcosa venuto fuori da virtuosismi in studio di produzione;

Breathe (ft. Cristoph) = UNDERRATED (sottovalutato) una traccia lanciata nel 2018 che non ha avuto lo stesso clamore delle altre, pur meritandolo.

Da sinistra verso destra Dave Whelan, Noel Gallagher e Mike Di Scala

Per concludere in battuta e lungi dal rievocare detestabili e discriminatori dibattiti social in materia di musica, chissà cosa ne penserà adesso il grande Seth Troxler dei “drums di questi brani”, crede ancora che sia “EDM travestita da house” ? All’epoca fu ben ridimensionato da Eric Prydz; dovesse esprimersi ancora scettico e offensivo verrebbe da dirgli che sia il caso che continuasse a mangiare la pizza con l’ananas che ama tanto!
Cari Mike e Dave, cari Camelphat altri mille di questi album e a risentirvi al prossimo live, assembrati – ammassati e felici!

Già online la prima data del “Dark Matter” tour in partenza il 17 Aprile 2021 da Londra – The SSE Arena (Wembley), sperando in una riapertura sicura e sempre più desiderata!
Rimani aggiornato sul sito ufficiale dei Camelphat: www.camelphatmusic.com/tour

 

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