“E anche per quest’anno il Nameless ce lo siamo fatti..” direbbe qualcuno.
É stato un Nameless in cui hanno vinto tutti, dagli organizzatori agli uomini della sicurezza, dai dj in consolle ai tecnici delle luci, da NOI amanti di questa musica.

Tutti sono stati ringraziati più volte alla fine del festival, che non voleva finire neanche a mezzanotte emmezza, quando la gente gridava ancora “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo”.
“Se mettiamo l’ultima il Nameless non c’è lo fanno fare l’anno prossimo, per disturbo alla quiete pubblica!” ha replicato Alberto Anight, ideatore e fondatore del, diciamolo, festival numero uno in Italia. Qualcuno col sorriso, qualcuno con le lacrime, cosí é finito il terzo giorno di Nameless. La line-up la sapevamo, e sicuramente non ha deluso le aspettative, anzi.

999 che hanno vinto il Nameless contest, Matteo Botteghi, Not For Us con la sua musica sperimentale suonata live, Delayers, i nostrani che hanno animato il primo pomeriggio di quest’ultimo giorno. A seguire gli artisti Internazionali: da Sonny Alven con sonorità house raffinate e leggere, a Ravitez e Grandtheft che hanno “piantato giù” traccioni pesanti, trap e via andando.
Deep Down Low” ormai diventato un evergreen nei festival, suonata e risuonata ancora due anni dopo l’uscita.

É di Valentino Khan, che quest’anno presenzia il festival con una carica ed energia fuori dal comune. Una furia sul palco, complice la musica a dir poco devastante che ha fatto partire dal mixer. (É uscito recentemente col suo ultimo singolo “Pump“!)

Li aspettavano un pó tutti, anche quelli a cui non piace il genere psy-trance, e sono tanti.. Ma dopo il loro set, i Vini Vici hanno saputo convincere tutti, martellando a DBM altissimi il mainstage. Hanno suonato tutte le loro hit, e anche quelle che non ti aspetti (o forse sì), come “Children” del compianto Robert Miles. Un set che ha fatto sognare, il loro. Fa soprattutto piacere che da Israele provenga questa musica, questi artisti cosí eclettici, ma forse ci sorprendiamo perchè non conosciamo a fondo lo stato del vicino Oriente..

Seconda volta in Italia, lo avevamo incontrato lo scorso febbraio al Fabrique di Milano. Ce n’eravamo già accorti all’ora che Alan Walker, oltre che ad essere un maestro in studio, sa stare anche in consolle. Visual curati nei minimi dettagli, sound che spazia dalla electro alla future house, la carica esplosiva del ragazzo sempre incappucciato (non per timidezza!) hanno reso di fatto un set perfetto. Sicuramente uno degli artisti più amati dai fan, che hanno preso in assedio il truck di DJ Mag e osservato il proprio idolo ai microfoni di Ale Lippi.

Infine l’ultima ora emmezza di questo Nameless 2017, ora emmezza affidata ad Afrojack. Torna in Italia dopo aver suonato con Martin Garrix lo scorso 2015 in piazza Duomo a Milano. Quello che ha inscenato a Barzio è stato assolutamente un set diverso, set nel quale l’olandese ha potuto esprimersi al meglio suonando tracce alternative e azzardate. Non sono mancate le classiche “SummerThing!” “Hey Mama” “The Spark” in mezzo al calderone progressive (e non solo) che ci ha fatto assaggiare. Non poteva chiudersi meglio questo Nameless 2017 se non con i fuochi d’artificio tra le montagne di Barzio.

Aspettiamo con ansia l’anno prossimo, perchè sì, ormai per noi quel weekend è diventato più importante della Festa della Repubblica!

Leggi anche il riassunto del DAY 1 e del DAY 2

About Jacopo Casalaspro

Architetto di giorno, esploratore della club culture di notte. Appassionato di musica elettronica, radio e music-travelling, puoi trovare piccoli stralci della mia vita sul mio Instagram @djacopo93 In the place to be!

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