Durante l’edizione 2022 di Dreamland Music Festival abbiamo avuto l’opportunità di intervistare una delle personalità più eclettiche dell’intero panorama EDM, il DJ più richiesto ai festival con oltre 200 date nel 2021, il primo trombettista a suonare a gravità zero: l’unico e il solo Timmy Trumpet, dj & producer australiano con cui abbiamo parlato della sua label Sinphony, di come gestisce le centinaia di date alla soglia dei 40 anni e delle location più assurde dove ha suonato nella sua ormai ventennale carriera.

SINPHONY E LA SCENA ITALIANA

Stefano: Nel 2020 hai lanciato la tua label Sinphony, nata prima come radioshow e ora etichetta discografica a tutti gli effetti, stai cercando di sviluppare un tipo di suono particolare per le release?
Timmy: E’ un’ottima domanda, le persone tendono a categorizzare la musica in generi ma per me è solo una questione di musica fatta bene e fatta male. Sono sempre alla ricerca di nuovi talenti, anche qui in Italia, dove adoro l’attuale scena, piena di produttori talentuosi che provano suoni che gli altri hanno troppo timore di sperimentare, l’Italia sembra stare su un pianeta a sè stante, lo adoro.

Stefano: Hai già scovato qualche nome particolare nella scena italiana?
Timmy: Ho recentemente scoperto Blanco, quel ragazzo sa davvero cantare, è un vero talento!

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Vivere la Dj life alla soglia dei 40 anni
Stefano: Sei uno dei dj più esuberanti della scena, riesci a mettere su uno spettacolo non solo con la tua musica ma anche dietro alla console e a 40 non sembra che tu voglia fermarti tanto presto, tanto da essere uno dei dj più richiesti ai festival di tutto il mondo: come fai a bilanciare la tua vita privata e i tuoi interessi con l’essere sempre in tour?
Timmy: una sola parola: Tequila! Non riesco a suonare da nessuna parte senza tequila! Inoltre amo pazzamente quello che faccio, e per chiunque stia vedendo questo: nella vita dovete fare quello che amate. Non avrei mai pensato di arrivare così in alto nella mia carriera, io volevo solo suonare e fare quello che mi piaceva fare. Non lo faccio nemmeno per i soldi, il mio manager si arrabbia sempre con me perchè scrivo ai promoter che suonerei anche gratis per quanto mi piace farlo, non mi interessa, adoro il mio lavoro e sono grato di poterlo fare a questo livello. Posso solo dire che se riesco a farlo io potete farlo anche voi, ricordatevelo bene!
Location uniche
Stefano: Qual è il posto più particolare e strano dove hai suonato e come ti senti a essere qui nel cuore delle Alpi al Dreamland Music Festival?

Timmy: Sai, venendo dall’Australia quando arrivo in Europa è sempre fantastico, qui è stupendo e avete così tanta storia e architetture uniche. Il mese scorso ho suonato in Francia al Positiv Festival, in questo enorme teatro romano…lasciamelo dire quella location era fantastica, rovine antiche di epoca romana trasformate in un festival! Passare attraverso le porte era parecchio difficile, quando ho chiesto perchè fossero così basse mi è stato detto che gli antichi romani erano molto più bassi di come siamo abituati ora, non che la cosa fosse un problema, i miei amici da giovane mi chiamavano sempre Tiny Tim (ride ndr)

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*youBEAT ringrazia Timmy Trumpet e Dreamland Festival per l’intervista*