Smile for the camera! È così che abbiamo aperto la nostra intervista a Mau P – nome d’arte di Maurits Jan Westveen – DJ e producer olandese che da pochissimi giorni ha compiuto 26 anni.

Il nome potrebbe vagamente far suonare una campanella a chi è nel mondo dell’elettronica da anni e/o ha vissuto il periodo della big room. Non vi dice nulla? D’accordo, altro indizio: prima di diventare Mau P, era conosciuto come un tal Maurice West. Ora che l’avrete sicuramente indovinato, vi ricorderete anche che era il pupillo di etichette come Revealed, Dharma e Mainstage Music; inoltre, tracce come “Rhythm of the Night” o “Festival of Lights” sono ancora oggi ascoltate e riprodotte da artisti e non, in tutto il mondo.

Alcune settimane fa, di preciso lo scorso 16 Settembre, ha deciso di stupirci tutti col suo nuovo alias – Mau P, per l’appunto – e col suo freschissimo pezzo “Drugs From Amsterdam”, che ha a dir poco stravolto il gioco. Ad oggi conta oltre 26 milioni di streams in un mese e mezzo, è stata suonata tantissime volte in quel di Amsterdam e che dire, abbiamo avuto l’onore e il piacere di parlarne proprio con Maurits, durante ADE nello spazio co-working Fosbury & Sons!

Eleonora) Siamo qui con Maurits, aka Mau P. Ciao e grazie mille per il tuo tempo! Ecco la prima domanda: ti abbiamo incontrato per la prima volta nel 2019 ed eri tra gli artisti più promettenti della scena. E ora eccoci di nuovo qui, dopo 3 anni e la pandemia di COVID19 stai cambiando le carte in tavola con la tua ultima traccia “Drugs from Amsterdam”. È una grandiosa crescita!
Mau P) Ah, che déjà-vu! Credo sia una crescita, non mi vanterei di me stesso per niente al mondo.

Eleonora) Sempre a proposito di “Drugs from Amsterdam”.. Sei riuscito a fondere diversi generi musicali (come bass house, tech house, ecc.), creando un suono unico. Possiamo dire che questo è il tuo sound caratteristico e l’inizio di un nuovo movimento?
Mau P) Lo spero, il mio obiettivo era quello di unire diversi generi e unirli per creare qualcosa che funzionasse come traccia. Sono felice che funzioni e che la gente lo veda come qualcosa di fresco, quindi spero di poterlo trasformare in una firma. Ma ci vorrà molto lavoro, non è una sola canzone a fare la differenza.

Eleonora) Insomma, comunque resta un buonissimo inizio. Ne sei soddisfatto?
Mau P) Sì, lo sono molto.

Eleonora) E sempre a proposito di questo nuovo movimento, quali concerti, collaborazioni e in generale quale percorso hai intenzione di organizzare e seguire come “Mau P”?
Mau P) Mi concentrerò sui singoli da solo. Come hai detto tu, voglio costruire i suoni, svilupparli in qualcosa che possa essere riconoscibile come Mau P e non credo che le collaborazioni siano ciò di cui ho bisogno in questo momento. Voglio consolidare ciò che rimane impresso alla gente, ho bisogno di qualcosa per cui la gente mi voglia in scaletta, che faccia dire loro: “vado a questo festival perché suona Mau P e voglio sentire i suoi suoni”.

Eleonora) … e per quanto riguarda i brani [come Mau P], stai pianificando qualcosa al momento?
Mau P) C’è un sacco di musica ultimata ma dobbiamo capire il programma, perché “Drugs from Amsterdam” sta ancora diventando grande, c’è ancora caos e tempesta con questa e dobbiamo capire cosa è meglio per le prossime, anche se già vengono suonate da artisti molto grandi.

Matteo) Interessante! E dicci un po’… ci sono delle ID in uscita a breve?
Mau P) Beh… quanto breve è “a breve” per voi?

Matteo) Entro quest’anno, il mese prossimo..?
Mau P) Penso di no, probabilmente a gennaio. È fattibile, no? [ride]

Eleonora) Sì, lo è sicuramente. Andiamo avanti… sappiamo anche che avete registrato un mucchio di suoni dalla routine quotidiana di Amsterdam. Vorresti dirci qualcosa di più su questa idea?
Mau P) Dunque, quando ho iniziato a farlo, il brano era già finito ma volevo che la voce suonasse più come qualcosa di folle, che fosse originale ma che suonasse come un campione. Per esempio, la mia idea era di mettere il suono della strada dietro la voce, per dargli un po’ di organicità e ho trovato altri campioni ad arricchire – come la metropolitana, l’apertura del cancello e anche le stazioni ferroviarie. Tutto questo è presente, in maniera molto nascosta ma fa la differenza. Inoltre, reputo che il suono della metropolitana in partenza sia sempre una sorta di build up della canzone, quindi l’ho nascosto dietro al build.

Eleonora) Sono sempre i dettagli più piccoli a fare la differenza, è impressionante. Ora passiamo a una domanda più generale: cosa pensi dello stato attuale del panorama EDM? Quale potrebbe essere, secondo te, la prossima tendenza musicale che potrebbe dare energia a questo genere?
Mau P) In realtà, amo la scena della musica dance in questo momento, stanno accadendo molte cose nuove ed eccitanti e molte cose che sono state portate avanti, come un ritmo più underground si sta ora trasformando in qualcosa di più mainstream (in senso positivo) e sento che questo sta influenzando anche il modo in cui le persone si comportano in mezzo alla folla. Amo il pubblico della house e della techno, perché sono davvero ben educate musicalmente, sono lì per la musica e per cantare le canzoni. Quindi mi piace che l’underground stia diventando sempre più mainstream.

Matteo) Questo ti permette di essere davvero originale e di marcare una forte differenza rispetto agli altri artisti. Quindi sì, grazie mille per averlo fatto!
Mau P) Ci mancherebbe, farò del mio meglio! Forse è una cosa bella da portare avanti, perché quando ho iniziato a farlo mi sono detto: funziona bene, non sto solo creando una melodia, un drop e un build up; sto creando un dipinto e si può anche vedere il tipo di pennello che è stato usato.

Matteo) Certo. Inoltre, suonerai al Bar Italia, per il Nameless Showcase, giusto?
Mau P) Sì, è così! Sono stato anche in Italia la scorsa settimana, più precisamente a Torino, con le persone che credo siano responsabili del booking in Italia. E Nameless è un bel festival, quindi… è sicuramente nella lista dei desideri.

Matteo) D’accordo, e c’è anche il Kappa Futur Festival, un piccolo evento techno e underground a Torino.
Mau P) Sì, il Kappa sembra decisamente fantastico.

Eleonora) Abbiamo finito! Grazie ancora per il tuo tempo, è stato un piacere! Ci vediamo presto in Italia e ciao!
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*Grazie a MAU P, Cejlon Studio e Amsterdam Dance Event per l’intervista!

About Eleonora Mauri

Ho 22 anni e sono laureanda in Mediazione Linguistica e Culturale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, parlo 4 lingue e sono appassionata di musica, concerti e festival. Dopo la laurea punto ad una professione nell'industria musicale e sono una fiera sognatrice ma coi piedi per terra.

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