La 27esima edizione di Amsterdam Dance Event si è conclusa da appena una settimana, giusto il tempo di recuperare le energie ed è subito tempo di insights. La prima “vera” edizione dalla fine della pandemia ha attratto la bellezza di 450.000 persone nella capitale olandese in 5 giorni. I numeri da record celebrano oltre 1.000 eventi e iniziative svolte in oltre 200 località della città, ospitando oltre 2.500 artisti e relatori.

Ci sono voluti ben due anni di attesa prima di poter tornare a condividere personalmente i propri pareri e la propria conoscenza con tanti amici e colleghi. I numeri citati sopra, d’altronde, sono una chiara testimonianza del desiderio dell’industria di ripartire lanciatissima, fresca e più affamata di prima. Panel, attività di laboratorio, spettacoli esclusivi ed anche – e soprattutto – party e label showcase tra i più celebri del pianeta hanno reso la capitale olandese il centro del Music Business globale.

Noi di YouBEAT abbiamo chiaramente preso parte attiva durante la settimana più “dance” dell’anno. Ci siamo addentrati nelle principali discussioni sul futuro digitale della musica, che tra NFT e Web3 si scopre avere un margine di crescita pressoché infinito. Ci siamo confrontati con etichette discografiche come KNTXT di Charlotte de Witte, ma anche con la spasmodica ricerca dei nuovi trend e di nuove sonorità. Abbiamo partecipato a confronti diretti tra piattaforme di streaming ed i loro relativi servizi, sia dal punto di vista della record label, sia dell’artista indipendente. Una settimana non-stop che ci ha fatto respirare sensazioni e direzioni di un’industria che si aggiorna con una facilità impressionante, e che vogliamo condividere con voi.

Di seguito la playlist con i nostri video dagli eventi e dalle interviste!


_____________

AMPLIFYING AFRICA
___ Relatori: Andrew Mitchley (David Gresham Records), Sarah-Jane Nicholson (Paradise Worldwide Africa/Africa Rising Music Conference) e Josi Chave (DJ e produttore).

Il fenomeno dell’Afro House è – per molti label manager strettamente legati a questa sfera musicale – dovuto in buona parte alla ridondanza musicale che sta intasando le nostre playlist. Abbiamo ripercorso l’origine del fenomeno Afro House – che detto così, ha la stessa equivalenza semantica di EDM – fino all’esplosione dei giorni nostri. Nel corso del tempo – specialmente post-apartheid – i giovani sudafricani hanno dato via a movimenti culturali fondati sulla musica.

I principali sono il kwaito, proveniente dalla famiglia House (Chicago House, in particolare), ma anche e soprattutto dall’amapiano. Quest’ultimo ha trovato un particolare successo anche oltreoceano perché si accosta ad un movimento sociale legato intimamente alla vita artistica dei giovani produttori sudafricani. Ai tempi, la mancanza di infrastrutture dedicate e persino di internet ha costretto i musicisti a fare degli “internet cafe” i propri “studi di produzione”. La strumentazione a disposizione di questi musicisti era minima: programmi piratati, distribuzione su Facebook o siti locali, ma comunque tanta genuinità musicale.

Con sempre più occhi puntati addosso, nuovi investitori hanno messo a disposizione competenze tecnologiche ed ingegneristiche che hanno permesso al movimento di esplodere. Non sono pochi, tuttavia, i problemi che i discografici stanno affrontando ancora oggi per rendere la creatività musicale africana come un prodotto d’esportazione. Prima della pandemia globale, nessuno si interessava del Publishing, per esempio, che peraltro non operava efficientemente e non collezionava revenues da distribuire agli aventi diritto. Le strutture c’erano, diciamo, ma non performavano come avrebbero dovuto. La principale fonte di guadagno erano i live show. Ai produttori stessi non importava guadagnare tramite lo streaming – anche perché Spotify in Africa esiste solo da 4 anni, ndr – ma era sufficiente guadagnare in produzioni per sfamare la famiglia. A seguito della pandemia, tuttavia, si è reso necessario interrogarsi su come avere introiti anche dallo streaming ed intraprendere azioni più mirate.

Oggi l’Afro House è il genere più studiato in assoluto, ma anche il più “proibito” da emulare. Rappresenta un intero movimento sociale e culturale che si può comprendere solo per le strade e vivendo il costume locale. L’Afro House che conosciamo oggi ha assorbito molti generi convenzionali europei come la Techno e la Tech House.

HOW TO GROW ON YOUTUBE
___ Relatori: Henri Lessing (AGE Media), Jennifer Feaster (AGE Media), JP Sing (YouTube EMEA), Rutger Tuit (Google Netherlands), Thijs Verhulst (Warner Music Benelux).

YouTube è indubbiamente il Top Player delle piattaforme di streaming musicali, oltre che la più facilmente accessibile e numerosa. Tra Luglio 2021 e Giugno 2022, infatti, ha pagato più di 6 miliardi di dollari all’industria musicale, ben 2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Numeri impressionanti che – in questo panel – hanno anticipato le nuove strategie e le nuove implementazioni che il gigante di Google ha in serbo.

La funzione degli Shorts, lanciata nel 2021, è stata protagonista della discussione. Questi sono stati descritti come “l’antipasto” dell’infinita promozione che YouTube mette a disposizione del content creator. Basti pensare che, da soli, gli Shorts generano 30 miliardi di visualizzazioni al giorno, con 1,5 miliardi di utenti registrati al mese che “consumano” regolarmente Shorts. In sostanza, sono il principio della promozione che il creator deve saper sfruttare per iniziare la comunicazione col prossimo potenziale iscritto al canale. La formula pensata dai creatori di Shorts, che si sta riflettendo concretamente, si riassume in: Ricerca -> Scoperta -> Promozione. La differenza vera tra altre piattaforme e YouTube, pertanto, è l’immensa potenzialità di marketing che ti offre per promuovere la tua musica, nello specifico.

/////////

Durante lo Spinnin’ Records Press Day al Q-Factory abbiamo intervistato Chico Rose, chiacchierando del suo percorso, delle sue amicizie con Afrojack e Andrea Damante e molto altro!

Intervista con Chico Rose durante ADE 2022 – Spinnin’ Records Press Day

/////////

WAYS TO MONETIZE YOUR MUSIC INDEPENDENTLY
___ Relatori: Abe Batshon (Founder & CEO, Beatstars), Aly Gillani (U Label & Artist Representative, Bandcamp), Jack Bridges (Sr. Manager Independent Labels, Soundcloud)

Soundcloud, Bandcamp e Beatstars allo stesso tavolo che discutono sulle possibilità che le loro piattaforme offrono all’artista per monetizzare: un paradiso per ogni artista musicale. Il confronto si è articolato sulla base delle operazioni che le tre piattaforme gestiscono, anche dal punto di vista dell’artista. Un’unica domanda è bastata per far partire il confronto: da artista, quali sono le fonti principali di guadagno che potete offrirmi?

Bandcamp è uno dei marketplace di riferimento di artisti indipendenti, dove questi hanno la possibilità di caricare e di vendere direttamente le loro produzioni. Bandcamp si base sul presupposto che ci sarà sempre gente che acquista musica e che acquista relativa merchandise. Basti pensare che il 50% dei loro introiti viene dalla merch come vinili, cassette e t-shirt. Bandcamp offre la possibilità concreta all’artista di interagire con la propria fanbase e di conoscerne i gusti, quindi di mantenere una relazione stabile con la propria arte. Interessante, inoltre, sapere che il 70% della musica presente su Bandcamp è stata rilasciata nell’ultimo mese, a differenza di altre piattaforme dove il 70% comprende il catalogo intero.

Beatstars è il più grande marketplace di licensing musicale pensato appositamente per i producers. La piattaforma aiuta content creators e produttori a connettersi con recording artists e songwriters nella speranza di collaborare su nuove tracce. Letteralmente, una pionieristica piattaforma di licensing dei propri beats. Ma come funziona? L’artista mantiene la completa titolarità di publishing dei propri beats, ma permettendo a migliaia di recording artists di usare un nuovo master della propria produzione. Questo consente al produttore di guadagnare in modo sostenibile tramite il proprio lavoro e di creare nuove connection per eventuali progetti futuri con nuovi artisti.

Soundcloud è la piattaforma per eccellenza degli artisti indipendenti. Per certi versi molto simile a Bandcamp, ma decisamente guidata dallo streaming musicale. Anche in questo caso, la possibilità di comunicazione è incisiva e permette di stringere contatti tra fanbase e artista. Ma soprattutto: Soundcloud ha rivoluzionato letteralmente il sistema di distribuzione delle royalties incentrando i pagamento in base all’attività del singolo utente. Questo modello prevede che le royalties vengano pagate in base al comportamento dei singoli abbonati, con una percentuale della quota di abbonamento di ciascun subscriber distribuita solo ad artisti ed  etichette che hanno ascoltato individualmente quel mese.

RESHAPING THE MUSIC INDUSTRY
___ Relatori: Daan Archer (CEO & Co-founder, Copyright Delta), Jake Murphy (Founder & Creative Director, Clokkemaker & Ape In Records), Michel D. Traore (Co-founder & CEO, Anotherblock), Sebastian Orellano (Co-founder, POAP). Moderatore: Lorne Padman

In questo panel, moderatore e ospiti si sono concentrati su due domande chiave: gli NFT (aka Non Fungible Token) sono una buona trovata per la music industry oppure no? E quali sono le migliori opzioni per proseguire lungo questa nuova strada?

Dopo le dovute presentazioni, gli ospiti si sono concentrati su come il metadata stia rivoluzionando completamente il gioco, basandosi anche sulle proprie esperienze e sulla propria vita: dalle royalties ai guadagni, l’intelligenza artificiale (caratterizzante il suddetto Web3 o Web 3.0) sta rendendo sempre più onore al lavoro degli artisti e degli esperti nel settore – come diceva Jack Murphy, quello che sta accadendo è una riclassificazione del un flusso di vendita, che a lungo andare cambierebbe i tassi di pagamento, generando un guadagno maggiore.

Infatti, tutti e quattro gli ospiti concordano sul fatto che il grosso vantaggio del Web3 è che, in un futuro abbastanza prossimo, l’artista sarà in grado di possedere e gestire i suoi dati autonomamente e in maniera molto più semplificata, attraverso realtà virtuali e Metaverso; pertanto sarà più facile ottenere crediti, essere riconosciuti, anche se ormai VR e Meta sono già presenti nella quotidianità dell’industria musicale e non.

//////////

Abbiamo incontrato MAU P e l’abbiamo intervistato sul suo super debutto con “Drugs From Amsterdam” al Fosbury & Sons, location predisposta da ADE per le attività stampa, i meeting e molto altro!

“‘Cause I got my __ from Amsterdam” – Intervista a MAU P @ ADE2022

//////////

THE FUTURE OF MUSIC: HOW CONSUMPTION PATTERNS AND WEB3 WILL CHANGE CREATION, CONSUMPTION AND COMMUNITY
__ Relatore: Oana Ruxandra (Chief Digital Officer, Warner Music); Moderatrice: Claire Wright

Il focus è stato messo anche qui sul Web3, sul Metaverso e su come i valori e le metodologie di guadagno stanno cambiando, al passo coi tempi. Il panel si è aperto con una grande parentesi storica sull’inizio di Spotify, con la conseguente nascita della concorrenza, del playlisting e della gratuità dei download di canzoni, dello streaming e dell’evoluzione dell’industria musicale. Il Web3 è stato colui che ha permesso agli artisti di trovare una audience a cui far sentire la propria musica.

Lo streaming, però, non si ha solo nel mondo della musica; infatti, anche l’universo video-ludico è stato menzionato.Essi condividono dei tratti comuni, secondo Ruxandra: l’interazione della community (end esempio, Discord per quando si gioca o ultimamente, viene usato anche dall’artista per interagire coi propri fan) e anche il modo di monetizzare tramite le diverse piattaforme. Il caso Bored Ape è stato chiamato in causa: un NFT usato come “tessera di riconoscimento” che chiunque ne fosse in possesso, aveva il diritto di entrare nella community di Discord e farne parte; questo mostra come ormai gli NFT siano alla base di ogni community di nuova generazione, tanto che giorno dopo giorno, dato il successo riscosso, la “Scimmia Annoiata” aumenta di valore e l’accesso rimane sempre più limitato.

Un altro elemento in comune tra musica e gaming è l’acquisto “in app” e in generale la monetizzazione. Al giorno d’oggi, quello che gli artisti guadagnano per il loro operato è molto di meno rispetto a quello che avverrà con il Web3, il quale consentirà di dare più guadagni grazie anche solo al fenomeno dello streaming. Come Spotify fa pagare l’abbonamento per consentire l’accesso a più canzoni o togliere le interruzioni pubblicitarie, anche nel gaming si ha la possibilità di acquistare in-app (come nel caso di Fortnite e delle skin personalizzate per il proprio avatar di gioco).

Il modello musicale sta cambiando radicalmente, secondo Chief Digital di Warner. Grazie al Web3, un artista che non farà playlisting avrà comunque modo di monetizzare con la sua musica e interagire con la sua community. Quindi il modello di consumo generale è che la comunità vuole interagire tra i vari componenti e con l’artista stesso. Per farlo, il Metaverso giocherà una grandissimo ruolo. Per chi non sapesse cos’è, è una sorta di hyper-reality, pensato per unire il mondo fisico/reale e quello virtuale, pensato per il proprio dispositivo (cellulare, pc, tablet) e grazie a cui le community si avvicineranno sempre più al mondo del digitale e delle tecnologie di nuova generazione, a partire dagli NFT.
______________

ADE FESTIVAL

Ma non solo business, ci mancherebbe. Anche il semplice suono del traffico cittadino era alterato da una qualche cassa. Che fosse un party organizzato, un label showcase o persino nei comuni market! Amsterdam è stata letteralmente sopraffatta da DJ Set in ogni suo angolo.

Probabilmente uno degli eventi più attesi, almeno da coloro che non l’hanno potuto vedere a Tomorrowland. HOLO di Eric Prydz non è catalogabile come live set, è un qualcosa che trascende il concetto di musica e di live set. Trascende ogni tipo di definizione, è il Digitale che arriva ad orizzonti che non si possono spiegare da un reel di Instagram.

Higher Ground Showcase è stato il primo degli eventi a cui abbiamo voluto assistere. Un insuperabile Kilimanjaro ha aperto le dance ed ha fatto spalancare le orecchie agli scettici dell’Afro House. Carlita non è stata da meno, con un sound articolato che abbiamo già avuto il piacere di ascolto quest’anno in terra romana, al Cercle. E poi sua maestà Diplo, che ha ricevuto più demo in chiavetta che applausi probabilmente.

Il giorno dopo la lista era praticamente infinita. A partire dalla grande celebrazione targata 1001tracklist, dovuta all’uscita della loro 101 Top Producers 2022. Per poi fiondarci al label showcase tra i più attesa dell’intera manifestazione: bitbird x Monstercat. Il dono dell’ubiquità non sarebbe stato più utile che in questa occasione.

La magia di DGTL Festival è stata l’esperienza che ogni essere umano deve provare almeno una volta nella vita, . decisamente uno dei ricordi migliori. Il set di Ben Bohmer non è una semplice esperienza, è un’epurazione dei peccati. Location underground gestita come una reggia di Versailles, organizzazione efficiente ed esperienza musicale senza uguali, compresa la partnership con Spotify e il suo show con 600 droni.

Altro label showcase, stavolta al cospetto del DJ n°1 secondo Dj Mag: STMPD RCRDS Showcase di Martin Garrix. Il roster al completo, diviso in due branche, ha fatto fatto saltare la bolgia dell’Air Amsterdam. Una 12 ore intensa in casa STMPD, che il giorno dopo ci ha ospitato ai suoi Studios fuori città per un’esperienza sonora senza eguali.

Conclusione col botto: Awekenings x Ziggo Dome. Il connubio perfetto tra uno dei brand di eventi più iconici del pianeta, tenutosi in una location storica ed simbolo della città, lo Ziggo Dome. Siamo stati al cospetto di sua Maestà Carl Cox, che soffre palesemente del morbo di Benjamin Button e di Reiner Zonneveld. La serata è andata avanti con Afterlife show, dei “nostri” Tale of Us.