Durante la 27esima edizione di Amsterdam Dance Event abbiamo avuto il piacere di essere invitati da Spinnin’ Records al Q-Factory. Un intero palazzo/hotel dedicato alle numerose attività organizzate dal colosso discografico olandese, diviso tra masterclass e attività di svago. Il Q-Factory ha difatti ospitato il più grande demo-drop mai organizzato, con la possibilità di firmare una traccia in Spinnin’ Records, ed un vero e proprio torneo di videogame coi i principali artisti della label. Mosse strategiche per celebrare la 27esima edizione di Amsterdam Dance Event e le prossime mosse di business dell’etichetta di proprietà Warner Music Group.

Non solo: un’intero piano del Q-Factory è stato allestito per la stampa. Abbiamo così avuto l’opportunità di fare due chiacchiere con un nome di punta di casa Spinnin’ Records: Chico de Reus, in arte Chico Rose. Abbiamo voluto ripercorrere la sua carriera, le sue uscite su Tomorrowland Music, le amicizie con Afrojack e col nostro Andrea Damante, ma anche dei suoi obiettivi futuri.

Chico, non possiamo negare che tu sia un artista estremamente poliedrico. Cerchi sempri di spingerti oltre, testandoti con nuove produzioni, anche di diverso genere. Sappiamo, però, che hai qualcosa di nuovo in serbo per noi. Ci puoi dire qualcosa a riguardo?
Si, mi piace testarmi in sempre nuove sfide, o comunque ci provo! E si, ho spoilerato qualcosa di recente sui miei social. Si tratta di una nuova produzione di nome “Up&Down” che uscirà su Tomorrowland Music il prossimo 4 di Novembre.

Questa tra l’altro sarà la tua seconda release su questa prestigiosissima etichetta. La precedente è stato letteralmente la prima assoluta di Tomorrowland Music.
Si, assolutamente. La prima release su Tomorrowland Music è stata una collaborazione mia e di Afrojack sotto il progetto “Never Sleeps” e si chiama You Got The Love. Ha avuto un bellissimo riscontro dal pubblico, è stato davvero speciale, un onore immenso per me. 

Il rapporto tra Chico Rose Afrojack è molto speciale, sia dal punto di vista umano che professionale. Ci racconti un po del vostro rapporto?
Io e Nick ci siamo conosciuti personalmente 7 anni fa tramite un mio amico. All’inizio io gli mandavo molta musica via mail, quasi tutte le settimane. Mi dava feedback sinceri, se qualcosa non andava me lo diceva senza problemi. Poi un giorno mi ha invitato nel suo studio e sono esploso dall’emozione. A fine 2015 ho firmato la prima traccia su Wall Recordings e da quel giorno mi ha aiutato tantissimo con la produzione. Mi ha svelato alcuni trucchi, mi ha dato molti suggerimenti. Ad oggi è una grandissimo amico ed un mentore.

Senti ma.. state collaborando a qualcosa recentemente? Si può dire?
Si, stiamo lavorando ad una nuova traccia. Nelle nostre idee dovrebbe essere una traccia ad alto tasso di riproduzioni su Spotify, ma per il momento non posso dirti altro, purtroppo.

Sappiamo che sei in stretti rapporti con Andrea Damante. Ci racconti un po?
Si, ci siamo conosciuti tramite la Spinnin’ Records. Mi hanno contattato e detto che Andrea aveva un traccia pronta su cui poter collaborare ed ho subito accettato! Da lì abbiamo passato un sacco di tempo a lavorare sulla traccia, spesso tramite FaceTime. La prima volta che ci siamo conosciuti di persona è stato appositamente per venire in Italia a girare il video di Scars, la nostra collaborazione, e posso dire che è un ragazzo davvero in gamba! Posso dirti tranquillamente che è un fratello per me.

Avete anche suonato insieme quest’anno a Riccione. Che esperienza è stata per te? Ti è piaciuta l’energia del pubblico?
Un sacco! É stato davvero unico, l’energia del pubblico è stata pazzesca. C’erano un sacco di belle ragazze anche! Ho suonato anche a Namaless, e spero col cuore di tornare presto in Italia anche se al momento non ho nulla di programmato al momento. Posso solo fare un appello all’Italia: ascoltate ancora la mia musica, così posso tornare a suonare!

Vorrei chiederti un parere su un trend musicale che sta spopolando anche tra i tuoi colleghi di Spinnin’ Records. La Latin House sta spopolando sui social e molti artisti si stanno cimentando in produzioni simili. Tu che parere hai a riguardo?
Ad essere sincero non mi ci sono mai cimentato. Non è un genere che al momento mi interessa, per ora sono concentrato su altro. Però chissà, magari un giorno ci proverò. Devo dire però che mi piacciono le vibes di una voce latina unita alla Tech House. Ora che ci penso potrei pensare di metterci sopra una voce italiana, chissà. Appena finiamo faccio una chiamata a Damante e sento che ne pensa!

Una domanda personale: da produttore, qual è il genere che più rappresenta Chico Rose e che più ti piace suonare anche?
Personalmente ti dico che la Tech House è il genere che mi rappresenta meglio e che adoro suonare. Sono letteralmente cresciuto con la Tech House, anche i miei genitore l’ascoltavano un sacco. Lo sento come un genere mio, che mi viene anche facile da produrre. Come si dice “House is a feeling”!

Vuoi mandare un messaggio ai nostri amici in Italia?
Spero tanto di rivedervi presto (e di tornare a mangiare anche!).
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Grazie Chico Rose, Spinnin’ Records e Infectious PR per l’intervista!

About Matteo Florio

Fiorentino, laureato in Mediazione Linguistica e Culturale, bass-addicted, bass-lover, bass-head.. insomma: BASS. Vivo la mia vita con un paio di cuffie alle orecchie e cerco di raccontare a 360° la mia più grande passione: la Musica Elettronica. Ah, e mi piace deadmau5.

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