Siamo stati presenti alla conferenza stampa di Gabry Ponte per annunciare il suo prossimo grande evento a San Siro, prima volta per un dj essere headliner a San Siro. Polverizzati 30.000 biglietti in 72 ore.
Dopo aver calcato i più grandi palchi del globo come Tomorrowland (recupera il nostro report per l’ultima edizione!), Gabry Ponte sarà infatti il primo DJ della storia a far ballare lo stadio San Siro, un traguardo speciale che celebra i suoi 25 anni di carriera. Per l’occasione, ha promesso uno show indimenticabile, con scenografie spettacolari, effetti speciali e sorprese ancora da svelare.
Durante la conferenza, Gabry Ponte ha rivelato alcuni dettagli esclusivi sull’evento che trasformerà San Siro nella più grande pista da ballo d’Italia, lasciando trapelare un grandissimo entusiasmo per questo spettacolo unico.
Gioacchino: Come ti senti ad essere il primo dj che suonerà in luogo cosi iconico per il tuo paese, da sempre
teatro di battaglie calcistiche memorabili ma anche di esibizioni musica
li epiche:
Gabry Ponte: Quando ho iniziato a fare questo lavoro non avrei mai pensato, nemmeno di fare
un concerto al Forum , il DJ storicamente vive dentro il club e quindi l’idea di pensare
adesso di fare un evento allo stadio di San Siro è una cosa pazzesca, siamo tutti molto
gasati e non vediamo l’ora.
E’ una responsabilità ed anche una sfida, non so come andrà, non sono sicuro se riusciremo a
riempire San Siro. Sono sicuro che ci divertiremo e faremo una festa fighissima, questo si, e questo
per me è sufficiente.
Gioacchino: Considerate le tue ultime esibizioni, vedi ad esempio al Tomorrowland Brazil, quanto queste
esperienze influenzeranno il tuo spettacolo a San Siro il prossimo 28 Giugno? Ci dovremmo
aspettare qualcosa di scenograficamente pazzesco? In linea con quello che è l’andamento sotto
questo punto di vista del mercato musicale?
Gabry Ponte: Ci proveremo, sì, sicuramente. Già con lo show delle arene penso che siamo riusciti ad
alzare la barra rispetto a quello che è il livello degli spettacoli a cui almeno io ero
abituato a fare in Italia.
Poi mi scontro un po’ spesso con la realtà pratica, li mando nelle chat dove ci sono anche
i ragazzi del mio team che lavorano nella mia squadra, che collaborano con me per i live.
Ogni tanto gli mando delle cose tipo: “potremmo fare una cosa del genere?”.
Mi prendo tanti va*****ulo (ride) perché sono belle da vedere ma difficili da fare, però ci
lavoreremo.
Gioacchino: Come hai detto tu in passato il dj era quello che stava
sempre un po’ all’angolo, adesso invece è sempre più il motore, e quindi elemento principale, è
proprio la persona il primo oggetto scenografico…
Gabry Ponte: Sì, diciamo che la figura del dj è cambiata tantissimo dagli anni 90, da quando ho
iniziato, che era proprio un gradino più avanti di un jukebox. Poi ovviamente la differenza
qual è? Che in quegli anni là, il dj era quello che mescolava semplicemente la musica, selezionava
i dischi e li mixava e creava un’onda per far ballare la gente.
Però negli anni 90 è nata proprio la
prima generazione di dj produttori, che siamo noi, che siamo quelli che hanno iniziato a
fare la propria musica anche. Quindi ovviamente poi come noi tantissimi altri dj produttori hanno iniziato a fare musica, sono
iniziati ad arrivare le prime hit, che hanno scalato le classifiche e a un certo punto c’era la
necessità di rappresentarla questa musica.
Mentre un cantante è abituato a fare uno spettacolo,
andare sul palco, il dj in realtà non aveva mai avuto questa esigenza e quindi adesso con
gli anni è nata proprio la figura del dj performer, che ovviamente è diversa da quella di
un cantante, perché è più statico come figura, il dj sta dietro la console, non è che si può
muovere per il palco, andare in mezzo alla gente, però è nata tutta questa scenografia,
l’idea di aggiungere visual, di aggiungere effetti speciali, di aggiungere laser, un certo
tipo di spettacolo coordinato con le luci e quindi di dare una dignità anche a questo tipo
di spettacolo.
Gioacchino: Rappresenti il passsato ma anche il presente e il futuro della musica EDM e dance in generale,
hai ispirato generazioni su generazioni, che tipo di pubblico ti aspetti dal piu grosso live set della
tua carriera?
Gabry Ponte: Vedo che in tutti in questi anni, soprattutto la musica dance elettronica, ha un ciclo di vita molto
breve e quindi ha un ricambio continuo, in realtà ho visto che, dopo tutti questi anni, i ragazzi che
venivano a ballare quando è iniziato, che avevano vent’anni tutti quanti all’epoca, continuano a
venire alle serate, portano i figli, capito?
Quindi continuano a venire ai concerti, e questa è una
cosa bellissima, perché vuol dire comunque che questa musica, questo genere musicale, non solo ci
ha cresciuti, ma continua a farlo, credo, tra diverse generazioni. Io mi sono accorto di questa cosa
già nelle arene, perché, appunto, ho visto dai bambini a persone della mia età, anche più grandi, ed
era, appunto, come una grande serata in famiglia. Molto bello.
https://www.instagram.com/reel/DBjqsCNsTAn/?igsh=MWIzd3E0OHVpanh6ZA==
Il richiamo per l’evento è stato fortissimo. Il Parterre e il PIT di San Siro sono andati sold out e anche una buona parte del primo anello.
Si registrano 30.000 mila biglietti venduti in 72 ore dall’apertura della presale. Numeri importantissimi a dimostrazione che il richiamo per la musica elettronica nel nostro paese è più forte che mai.
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