YouTube ha rivelato di aver distribuito ben 3 miliardi di dollari all’industria musicale. Com’è cambiata la situazione negli ultimi anni?
L’industria musicale ha intrapreso una vera e propria battaglia contro YouTube, puntando il dito contro i bassi profitti offerti dalla piattaforma californiana. Ma la risposta del colosso di streaming video non ha tardato ad arrivare. I vertici di YouTube sostengono di aver pagato in modo equo i diritti degli artisti e delle etichette discografiche. Nel 2017 l’Head of Music della piattaforma di video Lyor Cohen aveva parlato di $3 ogni 1000 views, mentre nel 2018 la cifra totale aveva toccato $1,8 miliardi.
Oggi Susan Wojcicki – CEO di YT – ha pubblicato sul suo blog un post in cui afferma di aver contribuito allo sviluppo della musica, degli artisti e dell’intera industria, nel 2019, con ben $3 miliardi, ricavati da abbonamenti e pubblicità. Un totale di $12 miliardi negli ultimi 2 anni, come comunica Billboard.
Interessante anche come Google/Alphabet abbiano recentemente rivelato come YouTube abbia ricavato ben $15,15 miliardi in pubblicità, cifra che non tiene conto degli abbonamenti (giunti a circa 20 milioni di utenti). (fonte: Music Business Worldwide)
I $3 miliardi dichiarati per il 2019 equivalgono al 20% dei proventi pubblicitari. Dando un’occhiata ai grafici la statistica di YouTube appare oscillante.
YouTube ha pubblicato tre grafici: nel 2016 aveva pagato $1 miliardo; nel 2018 $1,8 miliardi; nel 2019 $3 miliardi. L’incremento dal 2018 fino alla fine di settembre 2019 è di $1,2 miliardi, il 66,7% in più. Nella somma del 2019 sono stati presi in considerazione anche gli incassi avuti con gli abbonamenti.
L’incremento avuto nelle entrate pubblicitarie tra il 2018 e il 2019 è stato del 35,8% ovvero $4 miliardi.
Interessante è paragonare i dati di YouTube con le principali concorrenti: Spotify e Apple Music. La piattaforma di streaming verde ha raggiunto nel 2019 $7,60 miliardi di ricavi rispetto ai $6.24 miliardi del 2018. Sappiamo che i pagamenti di Spotify raggiungono circa il 65% dei suoi ricavi (come indica Financial Times qui), e che ha quindi distribuito nel 2019 $4.94 miliardi, quasi il doppio di YouTube, che ha ben 4 miliardi di abbonati totali in confronto ai 271 milioni di Spotify.
YouTube avrebbe pagato nel 2019 oltre $2 miliardi (ricavati dalla pubblicità) all’industria musicale, molto meno di Spotify, le cui entrate hanno toccato i soli $761 milioni. Per Spotify un utente “vale” $18,23, per YouTube$1,50.
Lo scettro di secondo partner più importante, YouTube, lo deve contendere con Apple Music. Il servizio di streaming lanciato dall’azienda di Cupertino ha raggiunto i 60 milioni di iscritti (considerando anche gli abbonati-prova) nel giugno 2019. I ricavi medi per utente di Apple sono poco più alti di quelli di Spotify, che nell’ultimo trimestre del 2019 aveva toccato i $5,16. Dobbiamo ora fare i conti con le stime.
Ipotizzando che a fine 2019 il numero di abbonati ad Apple Music abbia toccato i 65 milioni (fonte: Music Business Worldwide), con un ricavo di $5,16 per utente, il totale ammonterebbe a $4,02 miliardi. Se Apple pagasse il 65% dei suoi ricavi (come Spotify) erogherebbe ben $2,60 miliardi in diritti. Con un 70% invece, la cifra ammonterebbe a $2,81 miliardi. Poco meno di YouTube.
YouTube sta diventando il secondo partner più importante dell’industria musicale, superando seppur di poco Apple Music. Comunque prosegua questa “corsa”, possiamo considerare come una conquista l’interesse delle piattaforme streaming nei confronti dei diritti e dei proventi. Dietro i numeri, le classifiche e il denaro si nasconde ciò che va tutelato: il lavoro degli artisti e delle etichette discografiche.
Music freak, Techno head. Graduated at UNICAL in Communication Sciences. PointBlank Music Industry Diploma Student.