Undicesimo appuntamento con NextGen, la nostra rubrica dedicata ai talenti emergenti italiani.

Proprio oggi avrà luogo l’edizione digitale di Qlimax, forse l’evento numero 1 al mondo per quanto riguarda l’hardstyle e per questo abbiamo deciso di intervistare AVOC, giovane produttore piemontese con all’attivo già diverse tracce e differenti gigs.

Puoi raccontarci i tuoi inizi nel mondo della musica elettronica?

Ho iniziato da subito ad ascoltare hardstyle. Agli inizi mi sono immerso nella “Techno Remember”, come viene definita oggi, grazie ai miei cugini ed ai miei amici di infanzia, che avevano iniziato ad ascoltare questo genere grazie ai loro fratelli più grandi, pratica all’epoca molto diffusa dalle mie parti.

Quali motivi ti hanno spinto a produrre hardstyle?

Ho iniziato a produrre perché all’età di 11 anni mio padre mi regalò la mia prima console e dopo 3 anni capii di volere di più, di voler far ballare le persone non sulle tracce di altri, ma sulle mie!

Puoi descriverci come nasce una tua traccia?

Prendo per esempio la mia prima release con il nome di “Avoc”. Erano anni che cambiavo nome, stile di produzione e soprattutto pensieri riguardanti il fatto di continuare o mollare tutto. Un giorno, mentre giocavo alla PlayStation, ho sentito un personaggio che diceva “This absolute power is proof of who I am”. Da lì non ho perso un secondo e nell’arco di poche ore avevo il vocal del gioco e tutto il primo drop pronto. Dopo 5 giorni avevo la traccia pronta e per la prima volta ero davvero soddisfatto. Da quel momento ho iniziato ad affinare il mio metodo di produzione, che successivamente ho iniziato a seguire più o meno per tutte le tracce. Ad essere sincero, le tracce nascono talvolta quasi per caso, cercando sempre di differenziarsi dal resto del mercato, facendo quanto più possibile qualcosa di mai sentito. Per quanto mi riguarda, naturalmente vorrei che qualcuno riconoscesse una mia traccia senza prima leggere il mio nome!

Com’è la situazione per quanto riguarda la scena hardstyle dalle tue parti?

Un domanda su cui potrei fare un libro! Purtroppo essendo un genere tendenzialmente di nicchia, si fa più fatica ad essere notati. È un mondo che ritengo a volte difficile. Mi sento di poter parlare non solo del mondo hardstyle, ma del mondo dei producer e dei dj in generale. Per quanto riguarda l’hardstyle, la parte più difficile per me è essere italiano ed abitare in Italia. Questo lo ritengo essere un handicap davvero grande per chi fa il mio genere, anche per quanto riguarda il fare serate. Sembra però che la situazione si stia un po’ smuovendo, grazie anche ai big dell’EDM che negli ultimi anni hanno iniziato ad inserire più tracce hardstyle nei loro set.

Tre tracce che non possono mai mancare in un tuo dj set?

Ovviamente tutta la mia discografia non potrà mai mancare, ma oltre questo, direi: Malice & Unkind – Prefix for Death (Malice Live Edit), che è una delle mie tracce preferite in assoluto. Poi cito “Thyron, Luminate e MC Focus-Rise of the underground“, che è l’anthem dell’evento per i 10 anni della mia casa discografica, dove ho avuto anche l’onore di suonare. E poi, una traccia uscita poco tempo fa, che è “Krowdexx ft Luca Lee Josh – Dungeon”, traccia che presenta il loro ultimo mini album “Dungeon”.

Puoi anticipare qualcosa ai nostri lettori in relazione ai tuoi progetti futuri?

Posso senza dubbio anticiparvi che usciranno preso due collaborazioni importantissime con due big della scena. Una è con Malice, e l’altra è con la leggenda dell’hardcore: Andy The Core. Sono veramente eccitato all’idea di aver lavorato con produttori del loro calibro e non vedo l’ora di svelarvi tutto quello che abbiamo in serbo per voi!

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