Sono appena trascorse le vacanze Pasquali, ma non finiscono le tradizioni. La nostra macchina del tempo chiamata “Viaggio al centro della Musica” è pronta a ripartire, destinazione gli anni ’70.

Gli anni ’70 sono stati il decennio della libertà, della trasgressione, delle lotte politiche, del Carosello. E sì, della disco music. La musica (come sempre ha fatto) ha giocato un ruolo importante per chi ha vissuto quegli anni lì, e ancora oggi molti riferimenti rimandano a quel Mondo. Così, come i dj hanno ripreso canzoni dagli anni ’90, gli anni ’70 sono (sempre stati) un periodo di grande ispirazione per i produttori di musica. Non solo nell’elettronica, ma in tutti i generi. Perché comunque sono stati il periodo dell’infanzia/adolescenza dei grandi (questa volta inteso anagraficamente) producer che vanno forte oggi. E allora immergiamoci in quel passato, ascoltando 10 canzoni prese dagli anni ’70.

Michel Cleis

Marvin Gaye (come la maggior parte degli artisti di cui andremo a parlare oggi) è stato un personaggio importantissimo per la musica, in particolare soul e R&B. Viene riconosciuto (dalla rivista Rolling Stone, ndr) uno tra i “100 migliori cantanti di tutti i tempi” e “100 migliori artisti di sempre”. “Got To Give It Up” è solo uno tra i suoi innumerevoli successi. Michel Cleis (quarant’anni dopo) decide di riprendere il pezzo, trasformandolo in “Marvinello”. Un tributo grazie al quale anche i millenials hanno potuto ballare sulle note di questa Icona seventies.

Alcazar

Chi l’ha detto che gli svedesi nella musica elettronica sono famosi solo per l’edm? I primi anni 2000 sono stati scritti (anche) da un un gruppo di musica dance svedese. “Crying at the Discoteque” è impossibile non saperla. Gli Alcazar sono andati a riprendere un pezzo della cantante francese Sheila, grazie al quale era diventata famosa in Europa e negli Stati Uniti. “Spacer”, canzone scritta e composta dagli Chic (che ritroveremo anche dopo), viene ricordata come uno dei simboli di fine anni ’70.

Drake

Da qualche anno Drake è diventato uno dei produttori più importanti e richiesti nel panorama pop commerciale. La sua popolarità è nuovamente schizzata quando (qualche settimana fa) ha deciso di donare 1 milione di dollari a persone in difficoltà e associazioni benefiche a Miami. Tutto è (ri)cominciato dal successo di “Hotline Bling”: la canzone in se e i meme in giro per il web hanno decretato il successo del rapper canadese. Il furbetto (ma geniale) Drake sicuramente era fan ai tempi di Timmy Thomas e della sua “Why Can’t We Live Together”. E’ palese come la base è stata presa e accelerata di poco. La cultura musicale qui è stata l’arma vincente per creare la hit.

Beyonce e Jay Z

La musica anni ’70, come stiamo vedendo, è stata usata (e viene ancora usata) tantissimo nelle produzioni hip hop e dance. E quando questo succede si parla quasi sempre di hit. “Crazy in Love” di Beyonce ne è (di nuovo) l’esempio. Jay Z quando ha prodotto la canzone sapeva benissimo che “Are You My Woman?” dei The Chi-Lites avrebbe dato una spinta in più al brano. E così è stato. “Solo” i 3,4 milioni di vendite negli Stati Uniti fanno capire che è stata una mossa azzeccata.

Bob Sinclar

Ma torniamo un po’ sul nostro territorio, quello dei dj. “Dance With You” di Carrie Lucas viene ripresa negli anni in diverse occasioni, due delle quali molto significative. L’arpeggio viene utilizzato sia in chiave house in “You Don’t Know Me” di Armand Van Helden, sia in chiave dance/pop in “Rainbow of Love” di Bob Sinclar. Fra la discografia del produttore parigino troviamo molti altri rimandi al passato. Per citarne uno che ci appartiene, come dimenticare la rivisitazione di “Far l’Amore” dalla canzone del 1976 di Raffaella CarràA far l’amore comincia tu”?!

Major Lazer

Che i Major Lazer strizzassero l’occhio alle Terre latine lo si era capito. A quanto pare un genere di contaminazione del gruppo dancehall più famoso al Mondo è anche la salsa. E sì, perché è proprio associata a questo genere musicale “María Lionza” di Willie Colón e Rubén Blades. Diplo e company hanno ridato forma a questa alternative hit rilasciando con i loro suoni “Watch Out for This”. E in questa salsa (scusate la battuta squallida) la conosciamo bene!

Nari & Milano aka Nerio’s Dubwork

Anticipati prima, gli Chic sono un gruppo funk formato in primis dal chitarrista e produttore Nile Rodgers (tornato famoso negli ultimi anni grazie alla partecipazione in “Get Lucky” dei Daft Punk, ndr). In quegli anni il gruppo ha scritto la storia per quanto riguarda la musica disco, pubblicando ben 9 album in studio. La loro discografia è stata più volte ripresa dai dj, “My Forbidden Lover” ne è l’esempio. A fine anni ’90 i Nerio’s Dubwork rilasciano la loro rivisitazione del brano, chiamandola “Sunshine & Happiness”. Nerio’s Dubwork che non erano nient’altro che Nani & Milani, conosciuti dalle nuove generazioni, per esempio, grazie alla loro “Atom”.

Snoop Dogg e Wiz Khalifa

A fine 2011 Snoop Dogg (grande talent scout, ndr) rilascia “Wild, Young & Free”, cantata con gli allora poco conosciuti Wiz Khalifa e Bruno Mars. Il brano diventa una hit in poco tempo e si impone nelle playlist delle radio per molti mesi. Ma se ascoltata bene, l’instrumental non è altro che il riff iniziale di “Sneakin’ in the Back” di Tom Scott. A volte da una canzone poco conosciuta se ne “tira fuori” una di grande successo.

Will Smith

Abbiamo parlato qualche settimana fa del ritorno di Will Smith nella scena musicale. Tra una puntata del principe di Bel-Air e l’altra, Will sfornava una hit dietro l’altra negli anni ’90, affermandosi nella scena hip hop di allora. Era palese il fatto che prendesse basi del passato e ci rappasse sopra a suo modo. Dagli anni ’70 prende “He’s the Greatest Dancer” delle Sister Sledge e la converte in “Gettin’ Jiggy With It”, e ancora da “And the Beat Goes On” dei The Whispers ne ricava “Miami”. Un mix tra genialità e furbizia.

Aloe Blacc e Zedd

Per il 75esimo anno della nota marca di cioccolatini M&M’s, l’azienda americana decide di affidare la colonna sonora dello spot televisivo a Zedd e Aloe Blacc. Quello che ne esce fuori è “Candyman”, risultato di un esperimento in chiave future bass del produttore russo. Il testo, però, viene ripreso “pari pari” da “The Candy Man” di Sammy Davis Jr., lasciando intendere ancora una volta un tributo verso quegli anni.

Come sarebbe oggi la musica elettronica se tutta questa disco/funk music non fosse esistita? E’ chiaro come gli anni ’70 sono ancora fondamentali nelle produzioni di oggi, e riescono a dare quel qualcosa in più ad una canzone per renderla una hit. Se ci ragioniamo su.. negli anni ’70 si ballava la musica disco, negli anni ’90 la musica dance, negli anni ’10 l’edm.. La musica da discoteca commerciale “va” a cicli ventennali. Nel 2030 che cosa balleremo?

A tal proposito, seguite la playlist Spotify “back&then“, nella quale si ascolta prima la canzone del passato, e poi la nuova canzone del presente.

About Jacopo Casalaspro

Architetto di giorno, esploratore della club culture di notte. Appassionato di musica elettronica, radio e music-travelling, puoi trovare piccoli stralci della mia vita sul mio Instagram @djacopo93 In the place to be!

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