Ma quanti eventi ci sono in Italia?! Vi siete accorti che siamo solo a metà 2017 ma sono passati da Noi decine e decine di “super” dj? Garrix, Guetta, Hardwell, KSHMR, Axwell /\ Ingrosso, ma la lista è davvero infinita.
Si diceva che il mercato dei club stava fallendo, che la gente preferisce evitare questi posti e fare altro, che la figura del dj è ormai superata dalla mania di farsi vedere con una bottiglia in mano. Ed è anche vero. Ma stà al gestore dell’attività decidere cosa prediligere e cosa no nel suo locale. Ecco che discoteche come la Praja, il Cocoricò, l’Altromondo (come sempre han fatto d’altronde) spingono un calendario con dj di un certo spessore. E a beneficiare di tutto questo è la musica, siamo noi. Sono finiti i tempi in cui per sentire il nostro mito dobbiamo prendere l’aereo e andare dall’altra parte d’Europa (tralasciamo quelli come me che Calvin Harris lo possono sentire solo a Las Vegas, a meno che qualcuno sborsi un milione per portarlo quà). I più grandi sono passati di quì, vuoi che sia un festival, un club, una piazza, ma è un dato di fatto che nell’ultimo periodo il 70 % della Top Ten di DJ Mag ha toccato l’Italia, e non solo una volta.
Com’è possibile che gente come Don Diablo, Alan Walker, Martin Garrix, siano venuti nel giro di pochi mesi più e più volte, se si pensa ai loro cachet stellari? La risposta è alquanto ovvia, ma non scontata. Perché quà hanno mercato, ergo, quà hanno una fanbase che in altri Stati non è così forte. Quindi per avere il proprio idolo dietro casa dobbiamo essere in tanti a seguirlo? Ni, perché per fortuna ci sono direttori artistici e “presidenti” di festival che scelgono chi portare anche in base ai loro gusti. Come per esempio Alberto Fumagalli (patron di Nameless Music Festival) che, in una recente intervista, ha dichiarato che la scelta della line up viene fatta partendo dai suoi gusti personali e dei suoi soci. Onore anche a famosi marchi che per promuovere i loro prodotti “tirano su” un evento GRATIS chiamando un nome importante in questo settore. La stessa Samsung nel giro di due anni ha illuminato Milano con i visual di FatBoy Slim e di Sebastian Ingrosso (che nel frattempo quest’anno ho visto più volte di mio cugino Dario).
Fortuna anche che ci sono club più o meno underground che ci portano produttori più o meno underground. Due su tutti, abbiamo avuto modo di sentire ed incontrare Netsky (al Leon Cavallo) e A-Trak (al Magnolia).
Poi ci sono altri (per esempio Porter Robinson e Madeon) che per sentirli dal vivo devi valicare per forza i confini. E altri ancora (uno in particolare Eric Prydz) che a neanche ottobre ha già sold out le date fino ad aprile. Praticamente impossibile sentirlo.
Quindi, ricapitolando, sono quasi tutti venuti in Italia. Tra i “quasi”, chi vorreste sentire a pochi km da casa?
Architetto di giorno, esploratore della club culture di notte. Appassionato di musica elettronica, radio e music-travelling, puoi trovare piccoli stralci della mia vita sul mio Instagram @djacopo93
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