Negli scorsi giorni il noto servizio di streaming musicale on-demand made in Svezia, ovvero
Spotify, ha deciso d’implementare al suo interno due nuove playlist basate sul machine learning.
Stiamo parlando di “On Repeat” (A rotazione) e “Repeat Rewind” (Ritorno al passato). Due “personalized playlist”
(diverse da utente a utente) che offrono la possibilità di non perdere di vista le proprie
canzoni preferite.

Nello specifico, On Repeat include una lista di alcune tracce più ascoltate negli ultimi 30 giorni,
raggruppando sostanzialmente le preferenze attuali dei suoi utenti. La playlist è accompagnata
dalla seguente descrizione: “Le canzoni di cui non ti stanchi mai.”

Mentre, Repeat Rewind è composta dalle canzoni che l’utente in questione ha ascoltato di più
negli scorsi mesi. Il suo obiettivo è quello di dar sfogo alla nostalgia, fornendo la possibilità di
ripescare la musica che è stata ascoltata di più in passato. Recuperandola in alcuni casi dal
dimenticatoio in cui era finita, in un periodo storico dominato dalla presenza di molte canzoni “usa
e getta”. Qui la stessa Spotify fornisce la seguente descrizione: “Brani del passato di cui non ti
stancavi mai.”

Queste playlist sono composte entrambe da 30 canzoni e verranno automaticamente aggiornate
ogni 5 giorni man mano l’utente utilizzerà il servizio musicale. L’azienda ha comunicato come esse
non si sovrapporranno, ovvero le due playlist non conterranno canzoni uguali.
A rendere possibile questa personalizzazione ad hoc, è l’algoritmo adottato da Spotify. Tale
tecnologia permette di analizzare tutti i big data generati durante la fruizione del servizio, in modo
tale da comprendere e tenere a mente i comportamenti d’ascolto e gusti musicali dei propri utenti.
Questo porta ad anticipare le loro azioni, riducendo al minimo i loro sforzi e garantendo una migliore fruibilità dei contenuti, aumentando in questo
modo il loro valore percepito per la piattaforma.

Con queste due nuove features Spotify, va in controtendenza, spingendo i propri utenti a
riascoltare le canzoni che conoscono già, invece di orientarli verso la scoperta di qualcosa di
nuovo. Occorre però ricordare come da questo punto di vista il servizio di streaming musicale sia
già piuttosto forte, basti infatti citare alcune delle sue apprezzate playlist come: New Music Friday,
Release Radar e Discover Weekly.

Per l’azienda svedese, queste nuove funzionalità potrebbero potenzialmente incrementare il tempo
trascorso da parte degli ascoltatori sulla piattaforma; interessati ad ascoltare la loro musica
preferita. Inoltre, potrebbero disincentivare lo spostamento verso altri servizi musicali, i quali non
hanno ancora implementato queste novità.

Per gli artisti e le etichette discografiche cosa potrebbe cambierà? Potrebbero aumentare gli ascolti di
alcune canzoni, anche non recentissime, grazie alla playlist “Ritorno al passato” che ne potrebbe
garantire una vera e propria seconda vita. Inoltre, entrambi i soggetti potrebbero decidere di
creare delle loro versioni di queste playlist. Ad esempio, un’artista potrebbe raggruppare le sue
canzoni più apprezzate dal pubblico nell’ultimo periodo o nei mesi passati.

Questi però sono soltanto alcuni spunti. Le opportunità che possono garantire queste due nuove personalizzazioni sono molteplici e di diverso tipo, alcune di esse legate alla possibilità di ottenere maggiori informazioni in merito comportamenti d’ascolto e conseguentemente costruire strategie mirate.

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