Apparentemente appartenenti a due pianeti musicali molto lontani tra di loro, gli Ackeejuice Rockers e Get Far miscelano i loro suoni e rilasciano su Universal MusicAddicted“.

Get Far e gli Ackeejuice Rockers

Breve discografia degli artisti? Se i due Ackeejuice Rockers vantano una collaborazione con un mostro sacro dell’hip hop americano come Kanye West e prendono posto nel nuovo album di JovanottiOh, vita!“, Get Far Fargetta può rispondere con un primo posto nella classifica UK col brano “Feel It” (firmato col nome The Tamperer assieme all’amico/collega Alex Farolfi). Ovviamente non si tratta di scontro diretto tra hits, ma di un piccolo resoconto delle loro uscite discografiche.

In occasione dell’uscita ufficiale del loro progetto “Addicted”, cantato dalla italianissima Tiffany, abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere con uno degli artisti, Get Far Fargetta.

Play this song, e buona lettura 🙂

Stream / Download: https://goo.gl/oS72eK

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INTERVISTA

Te e gli Ackeejuice Rockers sembrate arrivare da due mondi completamente diversi. Come nasce la vostra collaborazione?

Questa è sicuramente una traccia con all’interno più stili. Io penso che molte volte sono proprio le fusioni di generi che alla fine rischiano di funzionare. Loro li ho conosciuti perché a Radio Deejay, nel nostro programma Albertino Everyday, abbiamo usato una loro traccia come sigla, e abbiamo avuto modo di conoscere i ragazzi. Mi piace il loro mondo perché gira attorno al sound di Diplo, di Skrillex, che poi è quello che si sente ultimamente e che a me piace. E’ vero sono “dance”, però sentire dei suoni nuovi mi attira sempre. Avevo questa traccia che era quasi pronta e gliel’ho fatta sentire a loro. Penso che avrebbe avuto più senso uscire con un gruppo che già faceva quel genere.

Chi è Tiffany, la ragazza che canta il brano?

Tiffany è una ragazza italiana che ha già fatto delle produzioni. Ha vissuto per tanti anni in America. Sono molto contento di come abbia interpretato il brano.

Il brano esce su Universal Music. Tu hai una tua etichetta indipendente, la Get Over Records. Che vantaggi si hanno a far uscire un pezzo sulla propria label?

I vantaggi sono ovviamente tanti e bisogna fare un grosso lavoro di promozione, ma a volte, come in questo caso, una major è molto più attrezzata e organizzata per far arrivare il prodotto a tutti. Questa produzione l’ho fatta sentire a Federico Cirillo (Dance dept. manager di Universal Music) che è uno che cerca questo tipo di produzioni. Ha sposato subito la causa, e di questo sono contento.

Da cosa ti ispiri per produrre i tuoi brani?

Le tipologie sono varie. Ci sono dei brani che nascono già da una acapella – penso al mio brano “I Will Rise Again” -, e bisogna trovare solo il “vestito”. Invece, per produrre “The Radio” siamo partiti dalla base e poi abbiamo fatto il cantato sopra, come anche per “Free”. Generalmente noi, essendo dj, buttiamo sempre giù una base molto dance, molto pop, e poi la facciamo cantare. Con questo brano siamo partiti decisamente dalla base. Sicuramente con il mio team, e cito LennyMendy, cerchiamo sempre di trovare la strada giusta per completare al meglio le produzioni.

Get Far con Axwell e Sebastian Ingrosso

Spesso a Deejay ospitate dj/produttori di calibro mondiale come Axwell, Ingrosso, Steve Aoki, Dimitri Vegas.. E la lista è lunga! Chi sono secondo te i dj italiani più forti in questo momento?

I più forti sono quelli che in questo momento si stanno mettendo in luce soprattutto all’estero. Se parliamo del campo dance i nomi che girano sono Merk & Kremont,  i Vinai e rimane sempre il grande Benny Benassi. Noi italiani siamo più felici quando c’è qualcuno che porta il nome dell’Italia in giro. Poi sicuramente di bravi ce ne sono anche molti che però non hanno ancora azzeccato la hit e il successo. Alla fine il nostro compito da dj è quello di stare in studio per produrre “la” hit. Ma ritengo che, in questi ultimi anni e da quì in avanti, diventa veramente difficile, è un lavoro incredibile. Anche se tu hai in mano una bella canzone, il lavoro successivo è quello di promuoverla, di farla arrivare un po’ a tutti.

E’ ancora così importante oggi la radio per diffondere le proprie produzioni?

La verità è che “tutto fa tutto”. Non serve più essere passati dalle radio. Sicuramente, parlando di Radio Deejay, è una buona vetrina, e tutte le altre radio la seguono a ruota. Ma questo non basta più, perché ora i ragazzini stanno su Youtube, su Spotify. Ed ecco che quì torna il discorso della promozione. L’obiettivo è quello che quando il ragazzino apre Spotify esca il tuo nome. Questo spiega anche il fatto di come tanti brani esplodono dopo anni. Poi ti ritrovi, come è successo a me, che “Shining Star” dopo due anni dall’uscita, diventa numero uno in Francia. Un brano che avevi fatto, avevi stampato, avevi venduto ed eri passato al prossimo, ma grazie ad una serie di licenze giuste e di remix, ti riesplode. E’ un mondo strano, è un mondo sicuramente dove la musica non muore mai e dove bisogna crederci, a costo di prendere tante porte in faccia. 

Negli anni ’90 eri un pioniere nelle produzioni dance. Che cos’è cambiato tecnicamente da allora?

Assolutamente io ritengo che ci sia stato un cambiamento, in meglio. Siamo migliorati molto, e tutto quello che si riesce a fare adesso non si riusciva a fare in quegli anni. Anzi, se penso come facevamo le produzioni dico che eravamo bravi. Sono tanti i nomi di dj italiani che hanno sfondato all’estero con quei macchinari, che erano la TR-909, i campionatori della AKAI.. Adesso con i computer, con i plug-in è un mondo veramente dove puoi scatenare la tua creatività.

Cosa ne pensi del fatto che molti produttori oggi utilizzino sonorità anni ’90. Penso a Riton che ultimamente ha rilasciato due singoli (“Deeper” e “Fasta”) con suoni e voci che arrivano da quel mondo.

Penso che quella produzione (“Deeper”) sia veramente notevole, perché loro non sono stati nel banale. Non hanno viaggiato su una cover, ma si sono fatti riconoscere per le loro sonorità. Poi senti aleggiare intorno quel sound, quel sample, quel “giro” che ti fa molto piacere riascoltare. Però intanto ascolti una canzone nuova, con un beat sotto che ti fa ballare e dici “che figata!”. Queste sono le produzioni che mi piacciono. 

Get Far con Don Diablo

Con chi ti piacerebbe collaborare?

Un ragazzo che si differenzia dagli altri, sta facendo ottimi lavori e non molla.. Mi viene in mente Don Diablo, che abbiamo conosciuto in radio. Proprio in questi giorni stiamo passando il suo ultimo brano (“Take Her Place”, ndr), e capisci come sia sempre attento ai nuovi suoni, ai nuovi stili. Ne azzecca sempre una. Un altro che tengo d’occhio e rispetto è Jax Jones. Mi riconosco un pò nel suo mondo e nel suo sound.

Grazie Mario, in bocca al lupo per il vostro pezzo!

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About Jacopo Casalaspro

Architetto di giorno, esploratore della club culture di notte. Appassionato di musica elettronica, radio e music-travelling, puoi trovare piccoli stralci della mia vita sul mio Instagram @djacopo93 In the place to be!

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