Introduzione

Dal 23 al 25 aprile 2025, la baia di Cala Llonga a Ibiza ha ospitato la sedicesima edizione dell’International Music Summit (IMS), confermando il suo ruolo di uno degli appuntamenti più influenti per l’industria globale della musica elettronica. Organizzato in collaborazione con AlphaTheta e tenutosi presso i resort Mondrian & Hyde Ibiza, il summit ha riunito artisti, leader del settore, imprenditori e visionari provenienti da tutto il mondo.

Il tema centrale di quest’anno, Intergenerational Exchange, è stato scelto per riflettere i rapidi e costanti cambiamenti che stanno trasformando il settore, in particolare nel periodo post-pandemico. Il comitato IMS ha ritenuto fondamentale promuovere un dialogo tra chi oggi guida l’industria e i protagonisti emergenti di domani, con l’obiettivo di garantire un futuro innovativo e inclusivo alla musica elettronica.

Grande è stata la soddisfazione del team organizzativo nel guardare al percorso compiuto: a 18 anni dalla nascita dell’idea iniziale, IMS è oggi capace di attrarre una nuova generazione di talenti e professionisti. Un segnale forte che testimonia come un’industria sana possa favorire sia la continuità sia un’evoluzione costante, in sintonia con un settore in perpetuo movimento.
Oltre a sessioni stimolanti e panel di confronto, il summit ha offerto ricche opportunità di networking e momenti di intrattenimento, culminando il 25 aprile con l’iconico evento di chiusura IMS Dalt Vila, ambientato nel suggestivo centro storico di Ibiza, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

IMS Ibiza 2025 - Introduction
Photo by Ben Levi Suhling
Intergenerational Exchange by Elijah

A inaugurare l’edizione 2025 di IMS Ibiza, nessuno avrebbe potuto incarnare meglio il tema dell’Intergenerational Exchange di Elijah. Rinomato per la sua visione audace e dirompente, Elijah ha aperto il summit affrontando sin da subito una frustrazione centrale: «Il modo in cui si parla dei giovani in questa industria mi irrita», ha dichiarato. Attraverso il suo stile giornalistico inconfondibile — diretto, introspettivo e veicolato attraverso i celebri “blocchi gialli e neri” — ha invitato il pubblico a riconsiderare le narrazioni dominanti sul ruolo delle nuove generazioni nel panorama musicale.

Con particolare attenzione agli artisti indipendenti, ha sottolineato l’importanza di un approccio più realistico, produttivo e soprattutto consapevole delle dinamiche effettive del settore. Elijah ha ricordato che oggi il successo può arrivare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, a patto di saper percorrere strade nuove: che si tratti di formati innovativi di contenuto, modelli alternativi di evento o sviluppi tecnologici come nuovi hardware, queste opportunità emergenti sono fondamentali in un mercato complesso come quello attuale.

Ha inoltre evidenziato quanto i “piccoli numeri” contino — tanto sul piano della coscienza individuale quanto in termini di comunità strette e attive attorno all’artista. Coerenza e resilienza sono le chiavi: credere nella propria visione, anche quando i risultati tardano ad arrivare, è essenziale. «Le città vive non dovrebbero restare in silenzio», ha affermato — un messaggio particolarmente incisivo per quei Paesi in cui la quantità di eventi è alta, ma la profondità culturale musicale risulta ancora carente. L’intervento di Elijah ha ricordato a tutti che, più delle risposte rapide, ciò che davvero conta è imparare a porsi le domande giuste: solo così si può costruire una crescita sostenibile per l’industria musicale.

EL1JAH Intro IMS
Photo by Juan Sabatino

IMS Business Report 2025: Key Takeaways

Il consueto IMS Business Report, presentato da Mark Mulligan di MIDiA Research, ha restituito un quadro chiaro di un’industria in continua trasformazione. Mentre la musica elettronica continua a espandersi a livello globale, la distanza tra cultura musicale online e offline si fa sempre più evidente. La corsa ai numeri, alimentata dall’ossessione di essere ovunque, si contrappone alle dinamiche del live, dove il successo nasce da connessioni autentiche e concrete condizioni economiche.

Tra i trend più rilevanti: il rallentamento della crescita del mercato discografico, che nel 2024 si è fermata al +6%, a fronte di un 2023 più vivace. Un rallentamento legato meno alla musica e più alle abitudini di consumo e alla disponibilità di spesa. Sebbene gli abbonati allo streaming siano aumentati del 12% (raggiungendo quota 818 milioni), i ricavi non hanno tenuto lo stesso ritmo — segno di una crescente dipendenza dai mercati emergenti, dove il valore medio per utente è più basso.

Intanto, l’editoria musicale ha superato nuovamente la discografia in termini di crescita, grazie anche alla ripresa degli investimenti sui cataloghi, raddoppiati per la musica elettronica tra il 2020 e il 2024.

Lo streaming rimane dominante, ma la natura del successo si sta spostando verso la monetizzazione della fanbase su larga scala, mentre i download e i formati fisici diventano sempre più di nicchia.

Il Global South — Messico, India, Brasile — sta diventando un vero e proprio motore dell’industria: non solo in termini numerici, ma anche di identità sonora globale, con generi come Afro House e Amapiano ora al centro dell’innovazione e dell’export culturale.

Nel live, dopo il boom post-pandemico, si è raggiunta una nuova stabilità con incassi superiori al periodo pre-Covid — effetto, in gran parte, dell’aumento dei costi di produzione e dei biglietti, più che del pubblico.

Dal punto di vista geografico, Messico, Regno Unito e Germania si confermano mercati in forte espansione, mentre Australia e Paesi Bassi continuano a registrare un consumo pro capite molto alto.

I dati Beatport segnalano un ecosistema in salute: Drum & Bass e Afro House guidano una riscoperta dei generi di nicchia, con la DnB che torna protagonista (#2 su Billboard e più volte #1 su Beatport nel 2024).

Anche TikTok si afferma come la piattaforma con la crescita più rapida nel consumo di musica elettronica, superando persino indie e rap, mentre SoundCloud riconquista un ruolo di catalizzatore culturale per generi come Minimal/Deep Tech, UK Garage e Jungle.

Nonostante un lieve rallentamento rispetto al 2023, nel 2024 la fanbase globale della musica elettronica è cresciuta di oltre 566 milioni di utenti su Spotify, TikTok, Instagram, YouTube e Facebook.

I mondi live e online seguono logiche diverse: il primo richiede relazioni autentiche e localizzate, il secondo visibilità costante e contenuti virali. Entrambi sono oggi indispensabili.

Anche il mercato dei cataloghi conferma la centralità dell’elettronica: il raddoppio delle acquisizioni tra 2020 e 2024 ne sancisce il valore economico e culturale di lungo termine.

Infine, sul fronte della parità di genere, molto resta da fare, ma segnali di progresso sono visibili: aumenta il numero di DJ e producer donne, sostenuto anche da piattaforme come AlphaTheta.

In sintesi, il report evidenzia quattro punti chiave:

  • L’industria della musica elettronica ha raggiunto un valore di 12,9 miliardi di dollari, con una crescita annua del 6%.
  • Una nuova generazione di fan e creatori sta ridefinendo l’ecosistema musicale, unendo comunità, innovazione e autenticità.
  • Il presente e il passato convivono come mai prima d’ora: generi come la Drum & Bass collegano sedicenni e cinquantenni, diventando il primo vero ponte intergenerazionale della dance.
  • La crescita dell’elettronica nel Global South non è una moda passeggera: è il futuro, e arricchirà l’identità sonora globale per i decenni a venire.

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Il Futuro della Radio: Perché Conta Ancora

In un’epoca dominata dalla scoperta musicale guidata dagli algoritmi di piattaforme di streaming e social media, la radio potrebbe sembrare un residuo del passato. Eppure, come emerso nel panel moderato da Jaguar (BBC Radio 1 / IMS) con Frankie Wells (foundation.fm), Kikelomo Oludemi (Oroko Radio) e Richard Akingbehin (Refuge Worldwide), la radio si conferma un fondamentale incubatore culturale — forse ancora più necessario oggi.

Ben oltre la semplice trasmissione di musica, la radio moderna crea una magia di connessione umana quasi insostituibile, qualcosa che gli algoritmi ancora non riescono a replicare. In un mondo saturo di nuove uscite digitali, la radio offre esperienze curate, risonanza emotiva e costruzione di comunità, rappresentando uno spazio cruciale per coltivare movimenti musicali e voci indipendenti.

I relatori hanno sottolineato come oggi la radio si stia evolvendo oltre il modello tradizionale. L’integrazione di contenuti video, format interattivi e esperienze multipiattaforma permette alle emittenti di restare competitive e rilevanti, specialmente presso il pubblico più giovane, che richiede un coinvolgimento visivo e partecipativo.

In definitiva, sebbene i metodi di scoperta musicale si siano diversificati, la forza della radio risiede ancora nella sua capacità di raccontare storie, connettere comunità e offrire contesto — qualità che la rendono non solo attuale, ma fondamentale per plasmare il futuro della cultura musicale.

The Future Of Radio
Photo by Tasya
L’evoluzione dell’Afro-House: Chi trae beneficio dal ritmo?

Presentata da HOMECOMING™, questa sessione ha esplorato l’essenza ricca, spirituale e profondamente umana dell’Afro-House — un genere nato dal battito delle township sudafricane, oggi protagonista sui più grandi palcoscenici del mondo. Moderato da Dare Balogun (Metallic Inc.), il panel ha visto la partecipazione di Jackie Queens (Bae Electronica), Shimza e Zakes Bantwini, offrendo una riflessione intensa sull’evoluzione dell’Afro-House: da movimento locale a fenomeno globale.

L’Afro-House è un genere che si vive, non solo si esegue. Porta con sé un’energia quasi intangibile, spirituale, che incarna lo spirito dell’Africa — una sensazione difficile da tradurre in parole. Nel tempo si è arricchito di influenze e vissuti differenti, ma la costante è sempre stata l’autenticità.

Con la crescente visibilità internazionale e l’ingresso stabile nella club culture mainstream, emergono però nuove sfide. Una delle questioni chiave sollevate riguarda la rappresentanza: perché molti dei nomi di punta dell’Afro-House non sono africani? Una domanda che apre un discorso più ampio su proprietà culturale, riconoscimento e rispetto.

La nuova generazione di artisti e manager Afro-House ha oggi una missione cruciale: costruire un ecosistema solido, capace di affermarsi a livello globale senza perdere il legame con le proprie radici. Ciò significa proteggere l’integrità musicale, ma anche rafforzare le strutture manageriali e imprenditoriali — affinché la crescita futura del genere sia equa, etica e saldamente ancorata alle comunità da cui è nato.

IMS - The Evolution Of Afro House
Photo by Juan Sabatino
“Stand on the Rim of the Volcano – and Do Your Dance”: Movimento + Musica + Salute Mentale

In questa sessione vibrante, moderata da Chloe Lula (Resident Advisor), l’artista multidisciplinare berlinese Patrick Mason e la coreografa argentina Cecilia Bengolea hanno esplorato i legami profondi tra movimento, musica, identità e resilienza mentale.

Il ritmo e il movimento sono sempre stati inseparabili — non solo attraverso la sincronizzazione musicale, ma come espressione autentica di emozione e individualità. Patrick Mason, noto per le sue performance elettrizzanti e la presenza magnetica sul palco, incarna perfettamente questa fusione grazie al suo legame naturale con il Vogueing, uno stile di danza in cui i movimenti riprendono le pose iconiche delle modelle. Pur senza una formazione accademica, Mason mescola gesti spontanei e passi ispirati alla cultura pop e cinematografica degli anni ’80, trasformando ogni esibizione in un atto di liberazione e autoespressione.

Bengolea, invece, ha descritto la danza come una “scultura animata”, in cui il corpo diventa allo stesso tempo oggetto e soggetto — in movimento e mosso. Attraverso il suo lavoro, sfida i confini tra interprete e creazione, utilizzando il gesto come mezzo per incarnare libertà, resilienza e verità artistica.

Insieme, hanno sottolineato che il movimento non è solo performance: è cura di sé. In un contesto professionale ad alta pressione come quello musicale e dell’intrattenimento, abbracciare la fisicità come radicamento creativo e mentale non è un lusso, ma una necessità. Il loro messaggio è stato chiaro: danzare sul bordo del vulcano non significa sfidare il pericolo, ma celebrare la vita, con tutta la sua bellezza e il suo caos.

Patrick Mason
Photo by Isa La Skimal
A Cultural Evolution: Exploring Opportunities in the Middle East 

In questa vivace sessione moderata da Katie Bain (Billboard), alcune delle voci più influenti della scena elettronica del Medio Oriente — tra cui Dolly Makhoul (Believe), Edwin Harb (MDLBEAST Records), Hassan Ghazzawi (Dish Dash), Ninyaz Aziza (MDLBEAST Radio) e Timmy Mowafi (SceneNoise) — si sono riunite per discutere una delle storie di crescita più entusiasmanti dell’industria musicale globale contemporanea.

Un tempo attore periferico, il Medio Oriente sta rapidamente emergendo come una forza centrale nella musica elettronica. Dalla scena in pieno fermento dell’Arabia Saudita all’evoluzione di Dubai in una potenziale “Ibiza d’inverno”, la regione sta vivendo una trasformazione notevole. Alla base di questo sviluppo vi è un approccio strategico e condiviso: gli attori locali non si limitano a replicare modelli occidentali, ma stanno costruendo un ecosistema adatto al contesto, colmando lacune storiche come l’assenza di infrastrutture, professionalità e percorsi strutturati per gli artisti.

A differenza di altre aree dove una crescita rapida ha generato frammentazione o modelli poco sostenibili, il Medio Oriente si sta impegnando consapevolmente per avanzare come settore coeso. La collaborazione tra etichette, artisti, promoter ed enti mediatici sta creando un ambiente in cui la cultura elettronica può prosperare in modo autentico e duraturo.

Il messaggio è stato chiaro: il Medio Oriente non è più solo un mercato emergente — è sempre più una potenza culturale, capace non solo di generare opportunità per i talenti locali, ma anche di influenzare il futuro stesso della musica elettronica a livello globale.

MDLBEAST
Photo by Tatiana Chausovsky
Incontra il Team dietro a John Summit

Moderata da Katie Bain (Billboard), questa sessione ha offerto un raro sguardo dietro le quinte di una delle storie di successo più discusse della musica elettronica: l’ascesa fulminea di John Summit. Con gli interventi di Ben Shprits e Daisy Hoffman (Wasserman Music), insieme a Holt Harmon e Parker Cohen (Metatone Management), il panel ha svelato la strategia meticolosa e lo spirito resiliente che hanno guidato la sua scalata.

Dopo otto anni al fianco dell’artista, Metatone Management ha ripercorso gli esordi, segnati da una connessione immediata e da una visione condivisa. Fin da subito, Summit ha mostrato intuito e determinazione, non solo nei DJ set ma anche nella produzione: era evidente che puntava in alto. Il legame con Wasserman è nato durante la pandemia, grazie a un amico comune, dando vita a una collaborazione decisiva proprio nel momento in cui il mondo iniziava lentamente a riaprirsi.

Una delle prime svolte fu il remix di Deep End, che rimase in vetta alla classifica Beatport per tre mesi nel 2021. Nonostante l’incertezza globale, l’intesa tra Metatone e Summit si è consolidata rapidamente, trasformandosi in una macchina ben oliata.

In un clima instabile, il team ha puntato su una strategia editoriale e promozionale attentamente studiata, sfruttando i social per creare un senso di urgenza ed esclusività. Attraverso una vera e propria “strategia FOMO”, ha educato il pubblico a una risposta immediata. Gli eventi a capienza limitata nel post-pandemia hanno rafforzato questo effetto: la scarsità ha generato desiderio, e i fan hanno imparato in fretta che un biglietto per John Summit non è mai da perdere.

Oltre al percorso solista, Summit ha ampliato il proprio universo con Experts Only, etichetta profondamente rinnovata e pensata non solo come casa per i suoi brani, ma come incubatore di talento. L’etichetta firma anche artisti emergenti in linea con la sua visione musicale, contribuendo attivamente alla formazione di una comunità inclusiva e creativa.

Il progetto collaborativo Everything’s Always con Dom Dolla conferma ulteriormente la sua volontà di evolversi costantemente e sperimentare nuovi format live.

Uno degli aspetti più sorprendenti del successo di John Summit è la sua capacità di unire pubblici diversi: ha conquistato sia la platea mainstream dei festival sia quella più attenta della scena underground — un equilibrio raro, costruito con autenticità e coerenza in un panorama frammentato come quello attuale.

John Summit
Photo By Juan Sabatino
La Trans Inclusion Charter presentata da AFEM: Costruire un futuro più equo

Moderata da Finlay Johnson (AFEM), questa sessione di forte impatto ha riunito figure chiave della comunità elettronica internazionale — tra cui Jennifer Hammel (CAA), KIIMI, Samantha Togni (Boudica), Saskhia Menendez (Sassy Music Ltd), softchaos e Sophia Kearney (HE.SHE.THEY.) — per presentare all’IMS la Trans Inclusion Charter: un’iniziativa coraggiosa volta a creare spazi più sicuri ed equi per le persone trans e non binarie all’interno del settore musicale e creativo.

La sotto-rappresentazione di persone trans e non binarie — tanto sul palco quanto dietro le quinte — resta una criticità importante. Negli ultimi anni, la situazione non è migliorata, anzi spesso è peggiorata, rendendo ancora più urgente un intervento concreto. La Charter non si limita a promuovere l’inclusività in linea di principio, ma chiede un cambiamento strutturale reale: colmare il divario di rappresentanza e scardinare i meccanismi che permettono alla transfobia di persistere.

Fondamentale è stato il riconoscimento di un dato spesso ignorato: la musica elettronica, così come la conosciamo, non esisterebbe senza la cultura trans — un’eredità storica, ma anche un contributo vivo e attuale. Tuttavia, nonostante alcuni progressi nell’ultimo decennio (campagne PR e lineup più inclusive), la sola visibilità non basta più: serve un impegno profondo e costante per un cambiamento strutturale reale. Oggi, rimanere neutrali o compiere gesti simbolici non è più un’opzione accettabile.

Esempi virtuosi come Boudica sono stati indicati come modelli da seguire, capaci di unire formazione e supporto economico concreto, anche grazie alla collaborazione con enti come PRS. Il denaro, infatti, è ancora una barriera rilevante, e colmare questo divario è fondamentale per garantire un reale accesso alle opportunità. Allo stesso modo, collettivi come HE.SHE.THEY. costruiscono quotidianamente spazi realmente inclusivi, integrando la diversità nei contesti dei club e dei festival mainstream, non solo come progetti paralleli, ma come parte integrante della programmazione.

Il messaggio è stato netto: non ci si può più permettere di restare fuori. La solidarietà reale richiede azioni reali — e la Trans Inclusion Charter rappresenta oggi una guida concreta per un cambiamento autentico, duraturo e urgente.

IMS - Trans Inclusion Charter
Photo by Tasya
Africa Is Not a Country – La crescita della musica elettronica nel continente

Moderata da Kikelomo (Oroko Radio), questa significativa sessione dell’IMS ha esplorato le scene elettroniche africane, vibranti e in rapida evoluzione. Con ospiti come Adam Tiran (Africori), EUGGY (Kenya), KMAT (Sudafrica) e Ronny Jagtiani (SPEKTRUM Entertainment / Talent Hub Africa), il panel ha messo in luce sia le immense opportunità sia le sfide strutturali che accompagnano lo sviluppo dell’ecosistema musicale del continente.

Per decenni, l’Africa è stata sottovalutata nella narrazione globale della musica elettronica, nonostante il suo contributo attraverso generi come Amapiano, Afro-House e Afro-Tech. Sebbene Sudafrica e Nigeria abbiano storicamente avuto un ruolo guida, oggi la musica elettronica pulsa in molte altre regioni — da Lagos a Lusaka e oltre. Tuttavia, come hanno sottolineato i relatori, in molte aree manca ancora una cultura musicale profonda: i brani vengono spesso apprezzati più per il ritmo che per il loro valore narrativo e artistico complessivo.

Il mercato africano è ancora in fase emergente, con una crescita più stabile solo nell’ultimo decennio. L’attuale priorità è esportare talenti africani sulla scena globale, un processo che richiede pazienza, impegno etico e la costruzione di infrastrutture a lungo termine — piuttosto che un semplice ritorno della cultura occidentale nel continente.

Organizzazioni come Africori, attive nella distribuzione e nel publishing, stanno contribuendo a creare basi solide per uno sviluppo sostenibile. La presenza fisica sul territorio si rivela fondamentale per affrontare le realtà locali: dai ricavi streaming inferiori rispetto ad altri mercati, alla complessità nella negoziazione degli anticipi e nella gestione dei diritti. La strada è lunga e impegnativa, ma la direzione intrapresa è chiara.

Un altro tema cruciale è stato quello della parità di genere. Sebbene la presenza femminile nella scena elettronica africana sia in crescita, c’è ancora bisogno che più donne entrino in ruoli di produzione, gestione e performance, costruendo carriere strutturate e competitive al pari degli uomini.

Soprattutto, il panel ha ribadito che l’Africa è una riserva inesauribile di talento non ancora espresso — artisti ricchi di potenziale, ma spesso privi di tutele, risorse e visibilità. L’obiettivo è valorizzare queste voci non solo all’interno del continente, ma anche sul piano internazionale, costruendo strutture inclusive capaci di riconoscere e coltivare la straordinaria ricchezza culturale che l’Africa già custodisce.

Africa

Quattro decenni di Jungle & Drum ‘n’ Bass: da locale a globale

Moderata da Rufy Ghazi (Audience Strategies / FairPlay), questa sessione dell’IMS ha celebrato l’eccezionale percorso di due generi nati nel sottosuolo urbano della Gran Bretagna dei primi anni ’90: Jungle e Drum & Bass. Un tempo radicati in scene fortemente locali, oggi sono diventati forze culturali riconosciute a livello mondiale. Al panel hanno partecipato Charlotte Kain (Spotify), Craig Dawson (Hospital Records), Duncan King (Skiddle), Ed Brew (The Beatport Group) e Maja Cicic (AEI Music), offrendo una panoramica del passaggio da fenomeno underground a movimento globale.

La Drum & Bass sta vivendo una forte rinascita: non solo ha riconquistato un ruolo centrale nella club culture britannica, ma ha ampliato la sua influenza oltre Atlantico e nel resto del mondo. Brani un tempo considerati di nicchia dominano oggi classifiche, palchi dei festival e playlist di streaming, segnando un netto cambiamento nella percezione e nel consumo del genere fuori dai suoi confini originari.

Mercati come Nord America, Australia ed Europa continentale vedono nuove generazioni di fan abbracciare l’energia grezza, i ritmi serrati e la profondità emotiva che la DnB sa offrire. Questa evoluzione è alimentata sia da istituzioni storiche come Hospital Records, che continuano a custodire le radici del genere, sia da piattaforme come Spotify e Beatport, i cui dati mostrano una netta crescita in ascolti, download e coinvolgimento del pubblico.

Il panel ha inoltre evidenziato il ruolo fondamentale delle community: la forza della Jungle e della Drum & Bass è sempre stata la coesione tra i suoi membri. Oggi, queste comunità sono diventate globali, potenziate dai social, dai festival online e dalle collaborazioni virtuali, che mantengono la cultura viva, dinamica e inclusiva.

Restano tuttavia delle sfide. Portare il genere su scala globale senza snaturarne lo spirito DIY richiede equilibrio: occorre preservare l’etica underground affrontando al contempo le opportunità commerciali. La valorizzazione delle scene regionali, soprattutto nei nuovi poli emergenti fuori dal Regno Unito, è stata indicata come elemento chiave per una crescita sostenibile.

Il messaggio finale è stato chiaro: la Drum & Bass non è più solo un fenomeno “tipicamente britannico”. È un vero movimento internazionale — capace di onorare il proprio passato continuando a evolversi, innovare e connettere nuove generazioni in tutto il mondo.

Jungle and DnB
Photo by Ben Levi Suhling
Quattro decenni di Jungle & Drum ‘n’ Bass: “Too Many Man, Too Many Many Man” — Parità di genere tra passato, presente e futuro

Moderata da Silvia Montello (Voicebox Consulting / AFEM), questa sessione schietta e necessaria dell’IMS ha affrontato uno dei temi più urgenti della scena Jungle e Drum & Bass: la parità di genere. Insieme a Amy Jayne (LabelWorx), MC Chickaboo, Nicola Whisky Kicks (AEI/UKF), Rosie Dent (Optimal Mass) e Sarah Cole (AEI), il panel ha analizzato le barriere storiche, i progressi recenti e le prospettive future per una scena più equa e rappresentativa.

Tradizionalmente, il percorso delle donne nella Drum & Bass è stato segnato da ostacoli significativi — dalle aspettative legate all’aspetto e al comportamento, fino ai pregiudizi sistemici nei club, nei festival, nelle etichette e nei media. Come molta parte della cultura elettronica, anche la DnB è stata a lungo raccontata e strutturata attraverso uno sguardo prevalentemente maschile, costringendo molte professioniste a lavorare il doppio per farsi spazio.

Ma lo scenario sta cambiando. In molti casi, sono proprio le donne oggi a guidare i progetti più interessanti della scena: artiste, MC, promoter ed executive che non solo si sono affermate, ma che in termini di creatività, comunicazione e connessione con il pubblico hanno spesso superato i colleghi uomini. Pur restando esempi di valore nel panorama maschile, in alcune aree — come nel sottogenere Jump Up — si percepisce una certa stagnazione, con progetti sempre più simili e privi di rinnovamento concettuale.

Le iniziative guidate da donne stanno portando nuova energia e nuove narrazioni, rinnovando in profondità sia l’espressione artistica sia le dinamiche professionali del genere. Cresce la presenza femminile nei lineup, aumentano i programmi educativi, e le reti di settore favoriscono ambienti più equi. Ma la vera parità richiede ancora un impegno costante e strutturato.

Il messaggio emerso è chiaro: l’inclusione di genere non è una tendenza — è il futuro. E se la direzione attuale continuerà, i prossimi decenni di Jungle e DnB non saranno solo più veloci e potenti, ma anche più inclusivi, dinamici e ricchi di creatività che mai.

Four Decades of Jungle
Photo by Juan Sabatino
Label Profile: Make The Girls Dance

Questa sessione all’aperto dell’IMS ha offerto uno sguardo ispiratore sul percorso di Make The Girls Dance Records, l’etichetta in rapida ascesa fondata da Hugel e portata avanti con il supporto di Juany Bravo, label manager e A&R.

La storia di Hugel è un inno alla determinazione e alla visione. Partito dal basso, ha costruito passo dopo passo il proprio spazio nell’industria, finché Robin Schulz non ne ha riconosciuto il talento, aprendo le porte a nuove opportunità. Oggi, con Make The Girls Dance, Hugel restituisce quanto ha ricevuto: offrendo occasioni concrete a nuovi artisti, indipendentemente dalla fama o dal seguito.
Per Hugel e Juany, conta solo la musica — non il nome. Se un brano ha l’energia e la vibrazione giuste, merita di essere ascoltato.

Questo spirito sarà protagonista nella residenza estiva all’Hï Ibiza, dove tutti gli artisti dell’etichetta avranno l’occasione di esibirsi: un traguardo importante per una label giovane ma ricca di cuore.

A conferma del suo impatto, Hugel è stato premiato ai Beatport Awards 2025 lo scorso 24 aprile come Best Selling Artist — riconoscimento del suo stile coerente, della creatività e del legame autentico costruito con il pubblico.

Make The Girls Dance è molto più di un’etichetta: è il riflesso della personalità di Hugel — trasparente, appassionata, profondamente autentica. In un panorama sempre più competitivo, rappresenta la prova che è ancora possibile costruire qualcosa di reale, non con l’hype, ma con costanza, visione e amore per la cultura.

Nel continuo evolversi della musica elettronica, il suo approccio è una guida per la nuova generazione: con passione, perseveranza e fedeltà alla propria identità musicale, è possibile creare una community, un marchio e un movimento che ti rappresenti davvero.

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Intergenerational Exchange: Family to Family

Tra i momenti più toccanti dell’IMS Ibiza 2025, spicca la conversazione tra Kevin Saunderson — figura storica e fondatore del movimento techno di Detroit — e suo figlio Dantiez Saunderson, moderata da Farah Nanji (IMS / N1NJA).
Questo appuntamento della serie Intergenerational Exchange ha raccontato non solo il passaggio di conoscenze tra generazioni, ma anche un lascito musicale che si trasmette con autenticità all’interno della stessa famiglia.

Kevin ha condiviso ricordi legati alla nascita della techno, mentre Dantiez ha descritto il proprio percorso personale: non una replica del passato, ma un’evoluzione rispettosa delle origini, capace di portare innovazione e nuova linfa. Il loro non è solo un rapporto tra mentore e allievo: è una collaborazione attiva tra generazioni, unite dal desiderio comune di portare avanti una cultura che sentono profondamente.

A suggellare il momento, Kevin Saunderson ha ricevuto l’IMS Pioneer Award powered by AlphaTheta, a riconoscimento del suo straordinario contributo alla musica elettronica. Il premio è stato consegnato da Ben Turner, co-fondatore dell’IMS e mente visionaria dietro il suo impatto globale — un gesto che ha dato ulteriore valore simbolico alla celebrazione.

Questo riconoscimento ha sottolineato una verità potente: se i pionieri tracciano il cammino, è attraverso le nuove voci — come quella di Dantiez — che lo spirito della musica elettronica resta vivo e in continua evoluzione.

La loro storia è un chiaro promemoria: nella musica elettronica, l’eredità non è qualcosa di statico, ma un processo vitale che avanza, si trasforma e si rinnova grazie a ogni nuova generazione disposta a onorare e al tempo stesso sfidare ciò che è stato.

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MS Dalt Vila: una celebrazione generazionale sotto il cielo di Ibiza

Il summit si è concluso con l’evento simbolo dell’IMS: Dalt Vila, che ha trasformato ancora una volta lo storico sito UNESCO di Ibiza in un palco mozzafiato per una celebrazione senza confini di generi, culture e generazioni.
Con un focus sull’energia intergenerazionale e sulla portata globale dell’elettronica contemporanea, il line-up ha rispecchiato perfettamente lo spirito in continua evoluzione dell’industria: dai nuovi pionieri alle leggende dei giradischi, dai groove più caldi ai set da club ad alto impatto.

Ogni esibizione ha incarnato l’essenza dell’IMS 2025: connessione, innovazione e il potere della musica di unire epoche e visioni.

Line-up (in ordine di apparizione):

Luxi Vilar
Luxi Vilar
Photo By Juan Sabatino
Girls Don’t Sync
Girls Don't Sync
Photo by Juan Sabatino
TSHA b2b Bradley Zero
TSHA b2b Bradley Zero
Photo by PHRANK
Pete Tong b2b Deer Jade

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Korolova

https://www.instagram.com/reel/DI6XhIIsiTK/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Hugel b2b Major League DJz

https://www.instagram.com/p/DI6fhRaM_JY/

Paco Osuna

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Thought it was over? Not quite.Beyond the official schedule, IMS 2025 kept the energy flowing with a series of extra parties and exclusive mixers — proving once again that in Ibiza, the summit doesn’t end when the stage goes dark. From spontaneous DJ sets to late-night networking in th e most unexpected corners of the island, the spirit of connection extended well past the agenda.

ULTRA RECORDS IMS 2025 SHOWCASE

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IMS Ibiza Opening Party

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Pete Tong DJ Academy #FutureTalent Showcase

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IMS Celebration: 40 Years of Jungle & DnB

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About Rudy Cassago

Rudy (32) currently based in Bergamo, here since 2019. https://www.linkedin.com/in/rudy-cassago-522452179/

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