L’ “Edizione Zero” di Home Venice Festival, nella location Parco San Giuliano, si è conclusa da pochi giorni e già si sta delineando un progetto decennale che coinvolgerà in modo ancora più stretto l’organizzazione del festival e il Comune di Venezia.

Dopo le 9 edizioni trascorse in “Zona Dogana” a Treviso, quest’anno le attese erano altissime. La macchina organizzativa ha impegnato per questo ogni giorno oltre 500 persone, così come le istituzioni cittadine hanno fornito la massima disponibilità per la buona riuscita della manifestazione, garantendo parcheggi gratuiti, navette, mezzi pubblici potenziati per avvicinarsi all’area, agenti della Polizia locale e delle Forze dell’ordine schierati per permettere alle persone di vivere il festival in maniera ottimale.

Decine di migliaia di giovani e famiglie si sono potuti così godere i diversi spettacoli di artisti come Editors, Lp, Paul Kalkbrenner, Young Thug, e Bloc Party, solo per citarne alcuni.

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Neanche la pioggia ha scoraggiato gli appassionati che, nella giornata di sabato sono stati colti da una vera e propria bomba d’acqua, un fattore che già in passato aveva purtroppo caratterizzato gli eventi a Parco San Giuliano.

Australia, Estonia, Russia, Finlandia, Cina, Scozia ed Inghilterra sono solo alcuni dei paesi di provenienza di chi ha deciso di raggiungere Home Venice Festival da ogni parte del mondo, che ha comunque visto una massiccia presenza di partecipanti italiani, in particolare veneti.

Un festival che si può guardare da due prospettive differenti. Ci sarà chi senza dubbio farà l’inevitabile confronto con le passate edizioni in Zona Dogana a Treviso e chi, come annunciato dall’organizzazione stessa, guarderà al festival come ad un’ “Edizione Zero“.

Un festival la cui affluenza, seppur buona, è stata discontinua nelle tre giornate, soprattutto in virtù degli ampi spazi che un luogo come Parco San Giuliano può vantare. Spazi che, ne siamo certi, verranno presi maggiormente in considerazione per le prossime edizioni di Home Venice Festival.

Non si può però parlare di un “Festival non all’altezza delle aspettative”, in quanto, nonostante le vicende ormai note dei “Tagli alla lineup”, il livello musicale era davvero alto e per tutti i gusti, dagli artisti più commerciali alle piacevoli scoperte quasi casuali che si fanno girovagando a caso e che si possono fare ad un evento che ha ospitato centinaia di artisti in tre giorni.

Sommiamo punti di forza attuali come la volontà dell’organizzazione di offrire un prodotto che vuole arrivare a competere con i festival internazionali ad una buona gestione delle infrastrutture, ma per favore sottraiamo la tendenza diffusa di voler pensare ad un festival come ad un evento dedicato ad un unico grande nome e teniamo sempre ben presente che “Chi non sbaglia mai è chi non fa mai niente“.

Conclusa questa edizione, adesso è l’ora di guardare al futuro, per tutti, addetti ai lavori e non, consapevoli che sempre più giovani e da tutto il mondo vogliono vivere un’esperienza memorabile almeno once in a lifetime.

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