Si terrà dall’11 al 20 Luglio una nuova edizione di AstiMusica, festival giunto alla sua 28esima edizione, il quale si conferma appuntamento irrinunciabile per l’estate italiana.
Tra i vari appuntamenti del festival, Sabato 12 Luglio si terrà la serata “Ultimo Impero: Le notti Magiche”. Un evento celebrativo che riaccende ricordi ed emozioni della storica discoteca Ultimo Impero.
Una line up speciale, a mettere i dischi troveremo nomi storici dell’industria elettronica italiana tra cui Maurizio Benedetta, Mario Più, Mauro Picotto e molti altri..

Ed è  proprio con l’intramontabile Mauro Picotto, DJ e producer piemontese, che ha lasciato un segno indelebile nella scena elettronica mondiale grazie alle sue hit come “Komodo”, “Iguana” e “Lizard”, che abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere in vista dell’evento.

  1. Ciao Mauro, grazie della tua disponibilità! Partiamo col dire che, avendo alle spalle una carriera nell’industria elettronica italiana ed internazionale di oltre 40 anni, di tutto questo lungo percorso se potessi scegliere un momento da rivivere e uno da poter modificare, quali sceglieresti e perchè?
    Senza ombra di dubbio non cambierei nulla. Se invece potessi scegliere un periodo da rivivere sarebbero gli anni dal 2002 al 2010. E’ stato un periodo giovane ed intenso. Ho fatto delle esperienze incredibili, ho lasciato l’Italia, ho girato il mondo, certo ho lavorato tantissimo, ma allo stesso tempo ho un ricordo incredibile di quell’epoca.
  2. Dovendo metterti alle prove ogni giorno con quella che è l’evoluzione sia musicale, che del pubblico ascoltatore, sempre più connesso e social: come hai affrontato i netti cambiamenti avuti durante il tuo percorso musicale? Il modo di rapportarti con il pubblico in pista è cambiato?
    Penso che i social abbiano creato distruzione ed infatuazione. Anche per i dj il numero di follower che hanno è spesso importante, addirittura diventano famosi oltre ai dj persone che fanno foto o video degli eventi. Magari sbaglierò, ma secondo me sono personaggi che lasciano qualcosa nel mondo dei social che loro rappresentano, mentre per lasciare qualcosa nel mondo musicale devi lasciare un segno che rimanga nel tempo. La gente che mi segue mi vuole bene per quello che ho fatto, faccio e farò. Ad oggi, molti invece sono seguiti per ciò che rappresentano.
  3. Come valuti la scena musicale italiana del momento? Se potessi indicarci qualche artista promettente chi citeresti?
    Onestamente in Italia ci sto poco, non conosco molto la situazione musicale attuale. Lato produzioni di musica elettronica stimo molti produttori italiani, ma sono personaggi storici, coi quali parlo la stessa lingua, i quali ho anche portato in Media Records. Con loro non facevamo musica per il business ma musica per noi stessi.

    Mauro Picotto
    Mauro Picotto
  4. Nel tuo percorso discografico non possiamo non citare la tua iconica “Komodo”: Quando e come hai capito che sarebbe stata un successo internazionale?
    Ho suonato la prima volta Komodo in locali come ad esempio l’Ultimo Impero, ma solo la versione strumentale. La parte cantata è nata dopo. C’era Ricky Le Roi che suonava all’Insomnia, in quel momento stava mettendo Sweet Lullaby dei Deep Forest, appena ho sentito la melodia ho capito che poteva essere perfetta per la mia Komodo. Poi appunto, Komodo è la versione originale, Save a Soul è quella col vocal aggiunto, della quale avevo chiesto l’autorizzazione per avere la parte dei Deep Forest, ma mi era stata negata. Inizialmente non capii il motivo, dunque rifacci il tutto creando “Save a Soul” (firmata anche dai Deep Forest), per poi scoprire anni dopo che nemmeno loro avevano il permesso in quanto a loro volta presero il vocal da un disco francese che rappresentava dei canti popolari africani.
    Fatto sta che la prima volta che suonai la versione finale fu in Svizzera e fin da subito ho visto la reazione in pista. Questa è la magia di fare il dj, selezionare musica che sia nuova ma che crei le stesse emozioni della musica classica senza averla mai ascoltata prima. Amo quando riesco da dj a farti stare bene, ad avere la stessa reazione come se mettessi il tuo disco preferito, suonando però una traccia che non hai mai sentito.
  5. Ad oggi, con chi avresti il piacere di collaborare per una produzione?
    Sinceramente non ne ho idea, potrei anche collaborare con uno sconosciuto se ha qualcosa da dare. Certo fa figo avere una collab con il nome famoso del momento, ad oggi le case discografiche importanti guardano i numeri. Personalmente però, chiunque abbia qualcosa di concreto da dare è ben accetto. Ho dato opportunità a tanti giovani di remixare i miei vecchi brani, certo è difficile, quasi impossibile fare remix di tracce che hanno avuto numeri importanti, sicuramente serve per darsi visibilità. 
    Piuttosto, mi piacerebbe suonare a qualche evento incredibile, ad esempio per il presidente degli USA, al matrimonio di Jeff Bezos, non tanto per l’evento o la persona in se, più per la possibilità di influenzare il pubblico presente a quell’evento. Ad esempio Boris Brejcha suonò per Elenon Musk, questo si mi piacerebbe!
  6. L’evento AstiMusica, nello specifico Sabato 12 Luglio, riporterà per una notte i suoni e le emozioni dello storico club Ultimo Impero: Che ricordi hai legati a questo luogo? Ha avuto un impatto importante per la tua carriera?
    Certo è impossibile ripetere quegli eventi di una volta, ma sicuramente cercheremo di riscrivere la storia ai giorni d’oggi ma con le emozioni di quei tempi. Per dirti, il primo disco che pubblicai col mio nome fu “Lizard”, lo suonai la prima volta con un disco acetato l’8 Dicembre del 97 o 98 a una festa di Gigi D’agostino proprio li all’Ultimo Impero. In quel luogo, come anche allo Shock, testavo i miei dischi. Li ad esempio testai “Iguana”, ricordo non andò molto bene, rimasi un po’ deluso, dunque mi misi al lavoro, lo sistemai, e ne uscì una hit._______________
    GRAZIE A MAURO PICOTTO E PAROLE E DINTORNI PER L’OPPORTUNITÀ!

    AstiMusica 2025
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