L’1 Giugno 2017 abbiamo incontrato Alfio Bonanno, BISBETIC, al Reverse Music Fest di Catania. La sensazione è quella di una conversazione confidenziale tra amici. Un uomo prima che un artista. Ecco l’intervista!

Sei ideatore e resident Dj del REVERSE a Catania, tua città natale. Che importanza ha per te ricoprire entrambi i ruoli?

L’idea partì da un gruppo di giovani catanesi che con la voglia di mettersi in gioco pian piano ha raggiunto parecchi risultati, così da far diventare il REVERSE un appuntamento annuale fisso. Io non mi occupo più dell’organizzazione, consiglio i ragazzi solo sulla parte tecnica. Sicuramente per me è importante e significativo ricoprire entrambi i ruoli, amo suonare nella mia terra e sopratutto suonare in un fest che in parte ho cresciuto anche io.

Il destino dell’EDM è sempre più luminoso, ma bisogna sempre più ricercare l’originalità. Come ti approcci al sempre più variegato mondo della musica elettronica?

Secondo me l’EDM si trova in una fase di discesa, contrariamente a quello che si sente dire in giro. Parola chiave è “l’originalità”, i produttori vanno alla ricerca di quest’ultima discostandosi dai classici suoni EDM, come si faceva fino a qualche anno fa.
Ascolterete così nelle mie prossime uscite un suono che sarà innovativo.

“Chi fa da sé fa per tre”. In Italia sembra che questa espressione idiomatica (modo di dire) sia stata presa alla lettera. Perché è così difficile collaborare o avere supporto? E’ davvero sempre e solo una questione di soldi o mancanze di idee?

Il progetto BISBETIC è cresciuto principalmente in Olanda, una realtà che ci ha accolti benissimo e che vede i dj aiutarsi tra loro. In Italia ci troviamo di fronte ad una situazione, a mio avviso, un pò strana. Non credo sia una mancanza di idee, perché fortunatamente abbiamo dj di calibro importante. Con Lush and Simon , Angemi, M&K abbiamo collaborato per esempio, ma ci sono evidentemente dei limiti più grandi rispetto al mondo dance internazionale.

Aren’t you hight ft. Sam Bruno, la tua ultima traccia, è stata supportata da molti big dell’EDM tra cui: DV&LM, R3HAB, Lost Frequencies e tanti altri. Come nasce il progetto? E che significato ha per te?

E’ nata quasi per caso. Dopo aver mandato una prima base alla cantante è partito il vero studio sul suono, che si intuisce in ultima stesura essere innovativo.
Questa traccia ha un significato molto importante per me. I motivi sono vari e facili da intuire per chi conosce il nostro percorso, ma credetemi se vi dico che è una delle tracce più importanti che abbiamo rilasciato.

Ci sono delle tracce alle quali stai lavorando? Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti vedremo su qualche main stage importante prossimamente?

Due tracce pronte che verranno rilasciate o in piena estate o subito dopo. In una di queste ascolterete una collaborazione con un artista Italiano.
Mi vedrete in qualche data come Resident ad Ibiza; questo e tanto altro ci attende!

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Ringraziamo inoltre l’organizzazione del REVERSE per averci ospitati in questa location suggestiva che è Le Capannine. Se vi state chiedendo come nasce il progetto o quali siano i punti di vista del settore dello staff REVERSE (Domenico Leonardi, Giorgio Pappalardo, Giovanni Distefano, Giuseppe Principato) non vi basta che leggere la loro intervista!

Domanda d’obbligo: come nasce il progetto REVERSE?
Reverse Music Fest è un’esperienza nata dalla condivisione di idee ma soprattutto dalla compartecipazione di una visione, basata innanzitutto sulla passione e sull’umiltà con cui si vive un evento, in un’ottica di coinvolgimento, supporto e lavoro di squadra tra amici, ancor prima che collaboratori. Sono passati quattro anni da quella prima emozionante edizione, che quasi inconsapevolmente diede origine a quello che oggi per noi tutti rappresenta un motivo di orgoglio. Ciò che oggi rappresenta ed anche un pizzico di follie che ci vide credere ed investire il meglio di noi in un progetto che alla sua nascita sembrava impossibile e che oggi ci rammenta quanto invece fummo coraggiosi.

Artisti internazionali come Bassjackers e Bisbetic, e ancora artisti rap italiani come Lazza e Talbot (per citarne alcuni) in line-up. Perché la necessità di abbinare rap e musica elettronica?
Non si tratta di una necessità. Agli albori di questo progetto, vi è certamente il piacere di abbracciare due generi musicali distinti e separati ma che potessero viaggiare su linee parallele in quanto oggi il rap e l’edm rappresentano la nostra generazione. Non a caso, sin dalla prima edizione, all’interno del festival si svolge la semifinale regionale del “Tecniche Perfette”, contest in cui i rapper più emergenti della nostra terra, si sfidano a suon di battle per raggiungere la finale nazionale. La location ci permette di usufruire di più aree musicali e valorizzare, i giovani emergeti siciliani per noi rappresenta motivo di orgoglio.

Nello show business un binomio imprescindibile è arte e marketing. Dietro la messa in scena di un grande evento, oltre la passione e la voglia di affascinare con scenografie spettacolari, c’è tanta organizzazione e soprattutto spese non trascurabili. Queste non sono solo per chi ha strutturato l’evento, ma anche per la città che lo ospita. I fest di musica elettronica non sono però considerati dalle varie istituzioni statali come delle risorse in grado di generare ricchezza e turismo, ma generalmente come portatori di problemi. Qual è il vostro pensiero al riguardo?
Siamo perfettamente consapevoli che purtroppo, al giorno d’oggi, le istituzioni non supportano la nostra voglia di musica. Nonostante ciò, la nostra passione per i grandi festival supera di gran lunga qualsiasi ostacolo burocratico che ci viene messo davanti. E non sono stati pochi nel corso degli anni. I festival musicali, in generale, rappresentano palesemente una risorsa per una città come Catania, che soprattutto durante la stagione estiva vive di turismo. Il nostro augurio è che prima o poi, l’amministrazione comunale possa aprire gli occhi a riguardo agevolando tutti coloro i quali hanno voglia di investire tempo e sacrifici in progetti musicali, fonte di aggregazione e sano divertimento.

Dalle spiagge di Ibiza a quelle di Gallipoli si alternano club indoor e specialmente outdoor. In Italia si investe poco sui festival da spiaggia; perché non creare un progetto stabile e continuativo, e non occasionale, anche nelle spiagge siciliane?
Le due risposte sono strettamente collegate. Per far fronte quotidianamente a spese di artisti in modo da creare progetti continuativi per tutto l’arco della stagione estiva, vi è necessariamente bisogno della partnership con le istituzioni. Sotto questa punto di vista, Catania è ancora indietro anni luce rispetto a Ibiza. A Gallipoli, per esempio, da qualche anno a questa parte, la provincia, la regione ed il comune si impegnano per garantire progetti continuativi con artisti di calibro internazionale. Si tratta di eventi patrocinati dalle istituzioni che hanno evidentemente attivato un turismo immenso. Questo è proprio l’esempio lampante di quanto detto prima, Catania dispone di un litorale quattro volte superiore per
dimensioni rispetto a quello di Gallipoli. Quest’ultima dovrebbe essere presa come punto di riferimento, un plauso a loro.

REVERSE @ Le Capannine, Catania 1/06/2017

Michael Milazzo al Nameless Music Festival 2017

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Agnese Bonanno